AVVENIMENTI DI CASA
 

Professione religiosa  di Suor Lorenza BenedettI

Omelia
di S.Ecc.za Mons. Francesco Moraglia
 

La Spezia, Cattedrale di Cristo Re,  13 dicembre 2009

 «”Che altro mi manca?”. Gli disse Gesù: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!”» (Mt 19, 20b-21). Rimane l’amarezza per come si è concluso l’episodio raccontato dall’evangelista Matteo a cui abbiamo fatto cenno.

Oggi, carissima suor Lorenza, l’episodio evangelico si ripete, e Gesù rivolge a te la stessa domanda, quella che duemila anni fa rivolse al giovane ricco: «va’, vendi quello che possiedi… e vieni! Seguimi!». Oggi la nostra Chiesa diocesana vive un momento di grazia: una sua figlia dice il suo sì definitivo al Signore attraverso la professione religiosa.

La professione religiosa è l’atto con cui una persona battezzata assume, con i voti pubblici, l’impegno di vivere i consigli evangelici di: castità, povertà e obbedienza. In tal modo si è consacrati a Dio mediante il ministero della Chiesa entrando a far parte di una famiglia religiosa.

Questa, da oggi, cara suor Lorenza, è la tua nuova identità; sei consacrata per sempre a Dio, all’interno di una famiglia religiosa; ripeto: per sempre! Un’irruzione di grazia, oggi entra nella tua vita; una novità dirompente simile a quello che è avvenuto, in te, il giorno del battesimo.

Oggi attraverso la tua consacrazione, attraverso il tuo sì, la Chiesa è più ricca, si scopre viva e, soprattutto, ama di più il suo Signore. Perché la realtà del corpo mistico ci ricorda che il bene di uno, nella Chiesa ,diventa, senza cessare di essere personale,  il bene di tutti.

Inoltre, come ricorda Giovanni Paolo II nella lettera enciclica Vita Consecrata: «Con la professione dei consigli evangelici i tratti caratteristici di Gesù – vergine, povero ed obbediente – acquistano una tipica e permanente “visibilità” in mezzo al mondo» (Vita Consecrata, 1).

Con la tua vita, cara suor Lorenza, devi da oggi in modo nuovo essere richiamo, annuncio ed evangelo - ossia, buona notizia -, per tutti. Ricevi, oggi, un dono e t’impegni in un atto d’amore che durerà quanto la tua vita. A te, semplicemente, pronunciare il tuo sì, per sempre!

Ma, il tuo impegno di oggi - non dimenticarlo -, è semplicemente una risposta, non è tua iniziativa; è semplice risposta a chi - dopo averti fissato con amore, come il giovane ricco del Vangelo -, ti chiede: «Seguimi!». Segui il tuo Signore, dopo aver lasciato quello che possiedi. Solo mani sgombre e libere di beni umani, anche dei più legittimi beni umani, possono veramente abbracciare il Signore per sempre. Le tue mani libere, sgombre sono segno di un cuore libero che non appartiene a qualcuno ma a Colui che è il solo, l’unico, perché è il tutto. Egli, da oggi, ti appartiene in modo indiviso, tu gli appartieni in modo altrettanto indiviso.

I consigli evangelici che ti appresti a vivere attraverso i voti, prima di tutto, li devi intendere come essi sono in realtà: dono della SS Trinità. Così la vita di consacrazione è narrare con la propria vita quanto il Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito, compie con il suo amore, la sua bontà, la sua verità.

Il senso della vita religiosa che tu sei chiamata a esprimere, da oggi, in modo nuovo, è rendere visibile le cose grandi che Dio opera nella fragilità umana delle persone chiamate, quindi, a partire dal più intimo della tua persona, in modo concreto, ogni giorno. Il “sì” mariano di una persona consacrata, si dispiega, si esprime e, sempre più, si chiarisce nella meditazione del magnificat, vero inno di grazie che l’anima credente e amante innalza al suo Signore: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore… Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente… La sua misericordia per quelli che lo temono» (Lc 1, 46b-47. 49a. 50b).

Suor Lorenza, le parole costituiscono una testimonianza che non va mai omessa perché la parola è il gesto più umano che si possa porre e, quando è la parola, è sincera e coerente, diventa testimonianza eloquente, ma la testimonianza più eloquente è quella che si dà attraverso una vita trasfigurata, capace di “stupire” gli uomini.

 Pensiamo a Madre Teresa che, nella sua fragilità umana, ha saputo dispiegare un’energia indomita, diventando domanda per molti uomini abituati a pensare e ad agire all’interno del “solo” buon senso umano. Madre Teresa, invece, nella sua vita non attingeva al buon senso degli uomini ma a qualcosa di più e di meglio, vale a dire, al senso di Dio. Il senso di Dio, è il gusto delle cose di Dio, ossia, la sapienza che viene dall’alto che parla di Dio e che dona Dio.

Non a caso, il dono dello Spirito Santo - che è, appunto, la sapienza -, dà all’uomo il gusto delle cose di Dio e, quindi, perfeziona la regina delle virtù cristiane, ossia, la carità. Amare le cose che lui ama, desiderare le cose che lui desidera, gioire delle cose di cui lui gioisce, questo è il segno di un’appartenenza vera, reale, concreta. La vita consacrata si pone, così, al centro della vita della Chiesa, non è qualcosa d’isolato, al contrario, segna tutta la Chiesa, è qualcosa che riguarda perché la vita di consacrazione si pone al cuore stesso della Chiesa e ne mostra tutta la tensione verso l’unione con Cristo, unico capo e sposo della Chiesa. La consacrazione religiosa chiede di vivere, in modo particolare, lo stato di preghiera sostanziale, ossia, essere preghiera sempre, in ogni momento, ovunque. In questa realtà e certezza - che è la vita di perfetta consacrazione a Dio -, tutta la Chiesa continua a fare conto, sapendo di poter trarre, dall’apporto di queste anime generose, un sostegno unico verso la Patria comune.

Carissima suor Lorenza, la tua consacrazione a Dio in questi anni delicati, impegnativi e certamente ricchi di grazia per la nostra Chiesa, sia energia di amore evangelico che si sprigiona a livello del Corpo Mistico e, così, diventa spinta alla missione, alla testimonianza e, infine, maternità spirituale che accompagna l’opera evangelizzatrice della Chiesa.

Una consacrazione a Dio attraverso la professione religiosa ci ricorda che l’essere di Dio viene prima del fare le cose per Dio, perché essere di Dio è l’azione più grande che una creatura possa porre in atto.

Carissima suor Lorenza, sii sempre quello che oggi stai per diventare e tu lo possa essere per sempre!


Ringraziamento di Suor Maria Giuseppina Madre Generale

 Eccellenza Reverendissima, cari Sacerdoti e fedeli.

Ringrazio il Signore e voi tutti per questa celebrazione che abbiamo vissuto accanto a Suor Lorenza.
Un SÌ nella vita religiosa è un avvenimento ecclesiale che coinvolge oltre la persona e la comunità, tutta la Chiesa, perché ogni vocazione è per tutta la Chiesa.
La Piccola Opera porta come sua vocazione specifica l’offerta della vita e la preghiera incessante per i sacerdoti, in un servizio materno che vuole essere espressione di quella maternità spirituale per i sacerdoti che ci è stata indicata in particolare per quest’anno sacerdotale.

Scrivono le nostre Costituzioni:
Esse si sentono "nel cuore della Chiesa", perché chiamate a soste­nere e servire coloro che, in modo particolare, sono stati scelti ed inviati a perpetuare la presenza del Cristo nel mondo: i Sacerdoti (5). "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando Voi" (6); "Lo Spirito Santo scenderà su di voi ... mi sarete testimoni fino agli estremi confini della terra" (7).
"Maria non ha ricevuto direttamente questa missione apostolica. Non era tra coloro che Gesù inviò 'in tutto il mondo per ammae­strare tutte le nazioni' (8), quando conferì loro questa missione. Era, invece, nel Cenacolo, dove gli apostoli si preparavano ad assumere questa missione con la venuta dello Spirito di verità: era con loro. In mezzo a loro Maria era 'assidua nella preghiera' come 'madre di Gesù' (9), ossia del Cristo crocifisso e risorto''(10).
In questa dimensione così profondamente mariana ed ecclesiale si colloca la spiritualità della Piccola Opera Regina Apostolorum, le cui Figlie si impegnano a rispondere il loro sì incondizionato e gioioso, che dona senza aspettare il contraccambio, perché così si è donata Maria Vergine, Sposa e Madre: nell'umile silenzio e nella sollecitudine orante.

Il carisma della Piccola Opera, in questi anni, ha coinvolto tante persone, anche laici, in obbedienza a quanto la Chiesa ci ha proposto nel Documento “Ripartire da Cristo” in cui le Comunità religiose erano invitate a partecipare il carisma e coinvolgere in questo dono di grazia, non solo le consacrate appartenenti ma anche laici che sentono tale chiamata.
Oggi qui sono presenti oltre le Suore e le Oblate, i Familiari dei Sacerdoti, la Fraternità, una rappresentanza dei gruppi di Genova, Sacerdoti amici dell’Opera, una rappresentanza dell’USMI regionale e della Diocesi di Genova, il gruppo di Santo Stefano Magra, persone delle parrocchie in cui Suor Lorenza presta servizio e tanti fedeli e amici.
Ringraziamo di cuore tutti. Proprio perché una Professione religiosa è un avvenimento ecclesiale coinvolge tante persone e in tanti si sentono chiamati a dire un SI, insieme a Suor Lorenza, come tutte le persone che si sono trovate a preparare questa celebrazione: il coro di Santo Stefano, il coro della Parrocchia della Pianta, le Religiose, Padre Paolo dei Carmelitani che ha diretto il coro e seguito le prove…Un grazie davvero a tutti e soprattutto a Lei Eccellenza Reverendissima, perché la presenza del Vescovo e di tanti Sacerdoti alle nostre Celebrazioni sono come un segno ed una conferma del sentirci profondamente Chiesa e a servizio della Chiesa.
Noi tutte preghiamo che la testimonianza di questo SI  “per sempre”  di Suor Lorenza possa stimolare altri ad accogliere la chiamata del Signore e a lasciarsi condurre dove e come Lui vuole, perché il Padrone della Messe mandi nuovi operai e operaie nella sua messe, e il Signore santifichi sempre più i suoi sacerdoti attraverso il dono che le persone chiamate fanno della loro vita.
 

 “Eccomi, Signore…PER LORO”

Nel giorno più importante della mia vita sono molti i sentimenti che la invadono: sentimenti di gratitudine, di ringraziamento, di perdono, di gioia….
La vocazione è un dono, ma è anche un mistero: perché proprio me ha scelto Dio? Chi sono?
Come consacrata mi sento colmata da una grazia nella quale il Signore non solo è presente, ma della quale è sorgente inesauribile…
Solo chi sa riconoscere i doni di Dio e ne gioisce, non si esalta ma si sorprende fino alla commozione.
Il gesto compiuto del prostrarsi a terra indica proprio questo: assaporare il mistero di non capire, ma nello stesso tempo la gioia di credere e di essere fedele.
Ti dono il mio “nulla” nella certezza che solo Tu, il “Tutto”, potrai invadermi ed insieme porteremo frutto.
Il Signore in questo giorno si presenta come il “mio Sposo”, si dona a me con un amore radicale e totalizzante che, se da una parte richiede la rinuncia ad una mia famiglia, dall’altra non mi chiede di rinunciare ad amare, infatti dilata il mio cuore per una famiglia più vasta… 
Mi spalanca il cuore in modo universale ma non generico, libero ma non disimpegnato, dove prevale non il “dirsi”, ma lo “stare” con Gesù, l’Amato, ricolma della Sua presenza.
Oggi mi è chiaro che solo l’essere esclusivamente di Dio, mi fa essere “per Loro”…
Maria, Regina degli Apostoli, mi guidi e mi sostenga in “quest’ avventura del mio Si” .

Suor Lorenza Benedetti