“Un po’ di fraternità a
Sydney”: che bello questo gioco di parole.
Sì, perché questo viaggio ha rappresentato per me
uno scambio di fraternità, di incontro ed amicizia
autentici, di quella amicizia bella nata da un
abbraccio senza aspettarsi e ricevere niente in
cambio se non la gioia di un sorriso. Che
meraviglia!!!Pensandoci, per assurdo, mi sembra di
incontrare più amicizie vere in queste occasioni,
anche se sono passeggere, lontane, ma talmente
incisive da trovare subito posto nell’animo.
Mi domando il perché in circostanze come la G.M.G
tanta sintonia e serenità, e vicino a casa…tanta
fatica!
Come è possibile?!…La risposta è una sola:
fraternità. Si perché è in queste situazioni che
senti quanto è importante la fraternità e quanto sia
vera perché accesa dalla fiamma dello Spirito Santo,
tema centrale di questa G.M.G .
Sotto quel cielo stellato, protetti dalla Croce del
Sud, eravamo una cosa sola: fratelli e figli di
Cristo mossi da questa fiamma ardente d’Amore per il
Cristo Risorto che sparge amore in abbondanza e
ridona vita nuova in ogni istante. Quale
meravigliosa Grazia!
Tutti riuniti ed uniti in silenziosa preghiera di
fronte a Gesù Eucaristia, durante la veglia con il
Santo Padre, la notte tra il 19 e 20 Luglio,
illuminati dalla fiamma di una candela, richiamo e
voce di speranza, fiamma che non deve mai
spengersi.
E proprio di speranza deve essere colma la nostra
giornata, qui, ora, nel presente, dove mi trovo e
soprattutto con chi mi trovo.
Dobbiamo essere vestiti di Speranza, Speranza di
carità e di umiltà rivolta ai fratelli più lontani
ed emarginati, soli da Cristo; perché il nostro
coraggio dell’essere veri testimoni del Vangelo non
venga meno ma perseveri fino al giorno del nostro
dolce riposo. A questo proposito mi riecheggiano le
parole del Card. Bagnasco pronunciate nella III
Catechesi “Testimonianza e Missione”
:
«bisogna avere l’umiltà di
ascoltare una scusa banale;
bisogna avere l’umiltà di essere considerato un
debole;
bisogna avere l’umiltà di ricevere un rifiuto;
bisogna avere l’umiltà di essere deriso.
Siamo pronti a ricevere questi rifiuti senza andare
in crisi?
Siamo pronti a trasformare questi rifiuti in Bene?
Abbiamo il coraggio dell’invito a Cristo?
NON C’E’ CORAGGIO SENZA UMILTA' ».
Ma ora torno alla parola
Fraternità a me tanto cara… sì perché per me questa
parola rappresenta anche il vero significato di
appartenenza e Amore ad un cammino di preghiera che
vivo da circa un anno. Mi riferisco alla Fraternità
della P.O.R.A, Piccola Opera Regina Apostolorum, un
gruppo di preghiera che, una volta al mese, si
incontra per conoscere e soprattutto vivere il
carisma delle Suore della P.O.R.A, che donano
quotidianamente la loro vita per la santificazione
dei sacerdoti.
La nostra preghiera è rivolta
quindi al sacerdote, colui che è sposo di Cristo,
l’Eterno Sacerdote.
Come non potevo portare un po’ di “fraternità”
a Sidney ?! Ragazzi, parlavo sempre di voi! Siete
stati motivo di gioia ed entusiasmo nel mio
pellegrinare fra le vie di Sidney fra un “Italiano
batti le mani” e un “W il Papa”.
Ringrazio il Signore per avermi dato il dono di
incontrarvi e di portarvi con me ai confini del
mondo. Ogni occasione di scambio e confronto con i
miei compagni di viaggio, in particolare con i 5
giovani seminaristi ed i nostri sacerdoti guida del
pellegrinaggio, sono stati attimi e momenti di
missionarietà e di Luce.
Per alcuni seminaristi l’esistenza della P.O.R.A.
era ancora sconosciuta, per qualcun altro invece è
stato possibile toccare con mano la reale esistenza
della Fraternità …
E’ stato pertanto motivo di grazia poter ricevere
un “grazie” da un sacerdote, un’ espressione di
stupore da un seminarista, un’esclamazione di gioia
da un altro e ancora un… “menomale, ne abbiamo tanto
bisogno…”.
Tanta curiosità e meraviglia negli occhi di alcuni
ragazzi, tanta comprensione e approvazione negli
occhi di altri per questo nostro cammino.
Tanta verità ancora nelle parole del Card. Angelo
Bagnasco pronunciate il 18 luglio sempre all’interno
della III Catechesi ascoltata nella Chiesa di fronte
a Bethlem College, la scuola che ci ospitava:
«Dobbiamo pretendere il massimo dai sacerdoti,
non dobbiamo aver paura di chiedere perché loro
rappresentano per noi Cristo!».
E allora come non sentirsi su
una via necessaria e santa agli occhi di Dio.
Il sacerdote ha bisogno di noi, della nostra
incessante preghiera per adempiere alle parole ed
alle opere dello Spirito Santo che vive in
lui.
Quindi esorto tutti i miei cari amici della
Fraternità Luigi, Chiara, Monica, Massimo, Laura,
Andrea, Francesca, Vally, Don Guido, Suor Paola
(nostra guida), Suor Sandra a perseverare uniti in
questa meravigliosa avventura d’Amore e maternità
spirituale, rivolte a chi come noi teme il Signore,
ha bisogno del Suo amore aspirando alla luce più
bella e raggiungibile: la santità.
Un grazie particolare a Don
Guido, a Don Franco, a Sr Paola, a Sr Sandra e a Sr
Giuseppina che ancor prima di Sidney mi hanno fatto
incontrare ed Amare la voce dello Spirito. Grazie.