Due giovani iniziano il cammino di preparazione alla
Consacrazione tra le Oblate della PORA
Domenica
8 luglio
alle ore 16 nella
Cappella
della Casa di formazione
a Genova in via Curtatone, una giovane della diocesi
di Genova e una della diocesi di Piacenza hanno espresso
con una speciale preghiera il loro desiderio e l'impegno
di prepararsi a diventare Oblate di Maria Regina Apostolorum.
Durante l’omelia della S.Messa (riferendosi al Vangelo della
Domenica) Mons. Luigi Borzone ha offerto alcuni
spunti di riflessione sulla missione che in varie
circostanze il Signore affida ai discepoli e agli
apostoli inviandoli ad evangelizzare le genti. Sono ben
note le parole di Gesù: “La messe è molta ma gli
operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe
perché mandi operai alla sua messe”.
In genere, quando si parla di “operai”,
si pensa ai Sacerdoti
e di conseguenza alla necessità di pregare per le vocazioni al
sacerdozio ed è giusto.
In realtà sono "operai" anche i religiosi, le persone
consacrate e tutti i cristiani. Tutti siamo degli
“inviati”, dei chiamati a svolgere una missione nella
Chiesa.
“Oggi - ha proseguito Mons. Borzone – abbiamo la gioia di
accogliere due giovani che desiderano seguire il Signore
più da vicino e per gli scopi specifici della Piccola
Opera Regina Apostolorum.
Esse ricevono un dono e nello stesso tempo sono un dono
per la Chiesa, per la nostra comunità: due nuove luci
che si accendono, due fiori che sbocciano per
il bene di tutti noi”.
Ricevendo la chiamata a diventare Oblate sono “inviate” ad
operare nella vigna del Signore in particolare per i
Sacerdoti. E’ uno scopo sublime.
Anche il Sacerdote ha bisogno di essere aiutato e
sostenuto con la preghiera e l’azione.
L’augurio più bello che si può fare ad Enrica e
Valentina è di prepararsi alla Consacrazione tra le
Oblate vivendo nel loro ambiente di famiglia, di lavoro,
di apostolato con lo sguardo sempre rivolto all’ideale
della Piccola Opera, con delicatezza, costanza, spirito
di sacrificio, fortezza, gratuità ... con tutto quello
che costituisce, in definitiva, la caratteristica per
eccellenza della donna e cioè con cuore materno.