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"PICCOLA OPERA REGINA APOSTOLORUM"

n. 3 - luglio 2004

 

PRESENTAZIONE

Cari amici e lettori,

eccoci con il numero estivo del nostro Periodico. Come sempre leggerete le riflessioni dei nostri cari Fondatori. Poi troverete cronache e documentazioni di avvenimenti importanti “di casa”: la celebrazione del “decennio” della Piccola Opera come Congregazione religiosa, insieme al Cardinale Canestri che ha eretto la PORA  a Congregazione ed il nostro Cardinale Arcivescovo Tarcisio Bertone, con la presenza del Vescovo di Tortona, S.Ecc.za Mons. Martino Canessa, nel 1994 Vescovo Ausiliare di Genova e tanti Sacerdoti; la preghiera in preparazione alle Ordinazioni Sacerdotali nella Chiesa di Santa Marta, appuntamento annuale che caratterizza la storia dell’Opera fin dagli inizi; la testimonianza di un Seminarista, la documentazione delle prime Sante Messe dei quattro sacerdoti novelli nella nostra Casa Madre, le Familiari del Clero e l’Estate a Perletto.

Auguriamo a tutti buona estate, feconda di grazie per gli impegni apostolici di ciascuno!

 Suor Maria Giuseppina

 

Le nostre fonti

Suor Ada Taschera

 IL SACERDOTE E’ NECESSARIO E INSOSTITUIBILE

 La Chiesa, corpo mistico di Cristo, e l’insieme di tutti i veri cristiani; ma in questo corpo mistico, come nel corpo umano, vi sono membra di di­verso valore. Un uomo può vivere senza una mano, ma non può vivere senza testa e senza cuore.
Nella Chiesa vi è una gerarchia invisibile: Cristo (Capo) e lo Spirito Santo (Anima) e vi è una ge­rarchia visibile: il Papa è il Capo e i Successori degli Apostoli con tutti i Sacerdoti ne sono il cuore.
l primo, sorretto dall'infallibilità, e tutti insieme guidati dallo Spirito Santo, esplicano il mandato di Cristo di condurre tutte le anime alla Casa del Padre: avendo ricevuto poteri necessa­ri e sufficienti per sostenerle durante il cammino della vita e salvarle.
Se il mondo comprendesse questo e lo accettasse, ritroverebbe la stabilità, perché avrebbe trovato il suo punto di appoggio. L'umanità è nella confusione perché vuole e crede di poter fare senza della Chiesa di Cristo.
La confusione e le aberrazioni sono così gravi e molteplici che il Cuore della Chiesa non ce la fa ad arrivare ad assolvere tutti i compiti e chiama in aiuto le membra più vive, tutti i cristiani di buona volontà, per essere aiutato a salvare i fratelli.
Che cos'è questa chiamata insistente dei laici a fianco dei Sacerdoti? E’ necessità di aiuto nelle attuali difficoltà.
Tutti però comprendiamo che una vena non potrà mai prendere il posto del cuore, per quanto sana e vitale. Meglio certamente sarebbe avere un maggior numero di Sacerdoti; ma proprio per la confusione e lo spostamento dei valori che esiste nella società, questi tendono a diminuire, mentre,
per un mondo così combinato, ci vor­rebbe un prete per ogni strada, per non dire per ogni famiglia.
Da tutto questo che cosa deriva? La necessità del Sacerdote, la sempre maggiore necessità di un Sacerdote santo e trascinatore, capace di condurre i figli prodighi all'ovile.
La causa, quindi, per cui le Figlie della P.O.R.A. si sono consacrate al Signore, immolando la loro vita, è di urgente attualità e necessità nella Chiesa di Cristo.
Convinciamoci: il Sacerdote e insostituibile; ci vogliono tanti e santi Sacerdoti.
E' quindi prezioso l'aiuto che dà la P.O.R.A. alle vocazioni, ai Seminaristi, aiutandoli, sostenendoli, accompagnandoli all'Altare.
E' prezioso l'aiuto che dà ai Sacerdoti in tutti i modi e sotto tutte le for­me, anche per togliere dalle loro spalle molti fardelli materiali che li priverebbero di tempo e di energie necessarie per le anime.
E' prezioso l'aiuto di preghiera. e di sacrificio che le Figlie, ogni giorno, offrono al Padre, perché li guardi dai mille pericoli del mondo perverso e pervertitore.
Qui le Figlie della Piccola Opera vogliono dire il loro grazie RICONOSCENTE a Maria Santissima e allo Spirito Santo, per avere loro data la luce necessaria per comprendere la preziosità del loro ideale e la forza di abbandonare tutto per seguirlo.
Giovani, se il Signore vi fa sentire questa vocazione, non state tanto a pensarci: venite!
Se fossimo un numero maggiore quanti più Sacerdoti potremmo aiuta­re! Giovani pensateci!

 (dal periodico della P.O.R.A. – n. 1 – 1964)

 

Le nostre fonti

Mons. Luigi Recagno

 FATE A GARA NEL PRATICARE I CARISMI MIGLIORI

 Lettera scritta da Mons. Recagno (durante le sue ferie) alle Figlie della PORA a Perletto.

Cividale, 25 luglio 1969

 Avrei voluto scrivere subito al nostro arrivo a Cividale, per un debito di tanta riconoscenza perché sono convinto che il mio potermi riposare è il frutto del vostro quotidiano e incessante lavoro giacché il vostro riposo è … lavorare perché gli altri, sacerdoti e seminaristi, si riposino.
Cosa volete, la vita è così! Anche per i tre astronauti che hanno volato sulla luna, mentre due hanno avuto la gloria di mettere piede sulla luna, il terzo, Collins, non ha avuto la “gloria”, perché ha dovuto rimanere a bordo della nave-madre, per poter riagganciare il Lem che doveva riportare sulla terra i due astronauti che avevano conquistato la Luna.
Se queste cose succedono tra coloro che camminano per conquistare la luna (e cioè succede che uno si sacrifica per gli altri) vi stupite che possano succedere tra coloro che camminano per conquistare il Cielo… di Dio? E voi volete conquistare il Cielo assieme a tanti Sacerdoti.

… Quest’anno il nostro programma è diverso dall’anno scorso…Forse perché abbiamo tutti la fantasia piena del volo fino alla luna, ogni altra meta sulla terra parrebbe una gita da bambini…, e allora, piuttosto che fare gite da nulla, abbiamo deciso di starcene tranquilli. Invece di puntare, come l’anno scorso sulle Dolomiti, su Venezia, su… abbiamo pensato di puntare prevalentemente sul riposo, sul verde del parco attorno alla casa, sull’aria fresca e sull’ombra…
Facciamo anche una cosa tanto bella, ci raccogliamo insieme, nel parco tra il verde, ad ascoltare i dischi delle Lettere di san Paolo e delle sette Lettere Cattoliche. Abbiamo già ascoltato la Lettera ai Romani e le due Lettere ai Corinzi: che magnificenza ascoltare tutta di seguito una delle lettere di S. Paolo! Anche perché la voce incisa sui dischi è tanto, tanto bella. E di questo godimento spirituale siamo debitori a suor Leida, la quale, mentre preparavo la valigia, ebbe la felice idea di dirmi di portare con me il giradischi e i dischi della Bibbia. Quella felice idea di suor Leida è stata più che una ispirazione divina, è stata un carisma. Si parla tanto di carismi oggi e tanti se ne credono in possesso. Suor Leida, senza saperlo, ha avuto questo carisma, così ha fatto un bellissimo atto di carità e la carità non è, come dice S.Paolo, il carisma migliore?

E voi ve li sentite i carismi di Dio? Se scrivessi ad una , ad una, oh! come mi sarebbe facile, facile e vero godimento spirituale, indicare a ciascuna il carisma caratteristico avuto da Dio! 
Per M.T. (novizia), il carisma più bello non è forse la vocazione, cioè quello di essere di aiuto spirituale e materiale ai sacerdoti? S. Paolo dice che chi aiuta l’apostolo avrà la mercede dell’apostolo. E per suor… aver ricevuto la delicatezza e l’invito continuo, impellente, a far diventare delicata carità una  qualità di natura, non è un carisma prezioso che merita di essere vissuto con entusiasmo? E per suor…avere la responsabilità…, cioè dover dimenticare continuamente se stessa per pensare agli altri sempre e in tutto, non è un carisma di Dio? Pensare agli altri, con responsabilità, non è il modo migliore per pensare a se stessi, nel senso vero e cristiano? Abbiamo proprio finito di ascoltare la seconda lettera di S. Paolo ai Corinzi, là dove afferma di “spendere tutto se stesso” per le anime!
Coraggio! Come è bella la frase di S. Paolo che in latino suona così: “aemulamini charismata meliora!” e che vuol dire: “fate a gara nel praticare i carismi migliori” che si assommano nella Carità. E siccome tutto questo è partito dai dischi della Bibbia, è venuta anche a me una ispirazione: regalare i dischi della Bibbia alla Casa della Spezia e alla Casa di Via Curtatone (per il Convitto bastano quelli che ho io), per il Seminario.
Vorrei che accettaste questo dono, più che come espressione della riconoscenza di quello che fate per noi sacerdoti, ed è una riconoscenza immensa, vivissima, vorrei che li accettaste come un augurio, come un desiderio immenso che ho “che ogni figlia della P.O.R.A. trovi nella Parola di Dio ogni conforto, ogni forza, ogni bene: vi trovi quasi una lettera indirizzata tutta per lei dal Padre che è nei Cieli e che ci aspetta nei Cieli”.

Quanto vi benedico! Una per una.

Don Recagno.



Testimonianze

ECCOMI SIGNORE

Accolgo volentieri l'invito fattomi dalla redazione, ed eccomi qua a scrivere qualche riga sulla mia esperienza di "chiamato" o forse sarebbe meglio dire di "amato", si, perché prima di essere un seminarista sono una persona, che come voi, è amata da Colui che è l' Amore infinito.
Mi chiamo Stefano Colombelli, ho 26 anni e da circa tre anni ho iniziato il mio cammino di formazione all'interno del Seminario Arcivescovile di Genova. Sicuramente ad alcuni di voi lettori il mio cognome non suona nuovo, infatti sono nipote di Suor Leida Colombelli, una delle prime suore della Piccola Opera.
Ripensando alla zia mi riaffiorano alla mente molti ricordi, primi fra tutti gli incontri con lei al Convitto Ecclesiastico ove lei ha svolto gli ultimi anni del suo servizio ecclesiale.
Dopo la sua morte non ero più andato al Convitto Ecclesiastico, e in questi anni rientrarci di nuovo, anche se in una "veste" nuova, cioè da seminarista, mi ha emozionato molto.
Sono assolutamente sicuro che dal cielo la zia e il nonno abbiano guidato con la loro intercessione tutti i miei passi e mi abbiano portato alla consapevolezza che forse il Signore mi chiamava a seguirlo più da vicino.
In questi momenti molte domande riecheggiavano nel mio cuore, numerose le paure e le incertezze sulla vita futura, lasciavo una vita umanamente realizzata, ma il Signore mi ha preso subito in braccio e mi ha fatto camminare con Lui.
Non e stata affatto una scelta facile, è lo Spirito Santo che mi ha dato la forza di lasciare il lavoro, di interrompere la relazione con una ragazza che ormai durava da molti anni e di lanciarmi in questa "avventura".
Sono stato avvolto dall'amore infinito del Padre, che prima di tutto mi chiamava a un incontro con Lui che, come per Zaccheo, mi avrebbe cambiato la vita.
Mi sono messo in gioco, costantemente mi venivano in mente le parole di Gesù "Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua": esse mi indicavano la strada maestra da seguire.
Ho iniziato ad aumentare i miei momenti di preghiera, ho cercato per quanto possibile di partecipare alla S. Messa quotidianamente e ho intensificato gli incontri con il direttore spirituale.
Quando è arrivato il giorno dell'ingresso in seminario una strana calma era dentro di me, le preoccupazioni e i timori dei giorni precedenti erano sparite, sentivo dentro di me una grande spinta ed una particolare serenità.
Mi sono immerso in una comunità che persegue lo scopo di lasciarsi lavorare dal Sommo Artista, ho lasciato il mio ambiente, le mie abitudini, le cose che mi sono care non perché mi avessero stufato, non per fuggire da una realtà non congeniale ma piuttosto per prepararmi a ritornare come persona "nuova".
Ho cercato di vivere l'atteggiamento di Pietro, che sulle Parole di Gesù butta le reti, perché se non mi fido di Lui di chi potrò fidarmi?
E' nell'incontro personale con Lui che il mio essere cambia perchè Egli mi matura mentre mi attira a Sé.
Molto belle sono le parole che il Santo Padre ha rivolto ai giovani e che ancor prima interrogano ogni seminarista: "...E’ Lui la vera risposta della vita che cercate... cercatelo senza stancarvi, accoglietelo senza riserve, amatelo senza sosta: oggi, domani, sempre".
Tante volte mi capita di sentirmi inadeguato, penso che molte altre persone meglio di me potrebbero svolgere il ministero sacerdotale eppure Lui ha scelto me, con tutti i miei difetti; di fronte a così grande grazia non posso far altro che ringraziare ed impegnarmi affinché ogni giorno della mia vita sia sempre di più una lode a Dio.
Se dovessi sintetizzare il mio stato d'animo dopo tre anni di cammino in seminario credo che userei la parola gioia, sì perché seguire il Signore mi ha donato una grandissima pace e serenità.
Prima di concludere con una preghiera a me molto cara, vorrei esprimere un sentito ringraziamento a tutte le suore della Piccola Opera per l'affetto che da subito mi hanno dimostrato, per il loro ministero verso i sacerdoti e per la loro incessante preghiera al Padre per la santificazione dei sacerdoti. Sia il Signore a ricompensarle di tutto ciò che fanno.

Un cordiale saluto.

Stefano Colombelli

 

PREGHIERA

Signore, stasera, sono solo.
A poco a poco i rumori della strada si sono spenti,
le persone se ne sono andate ed io sono rientrato a casa solo.
Ho incontrato la gente che tornava dal lavoro,
ho urtato i bambini che giocavano sul marciapiede.

Eccomi Signore.
E' duro amare tutti e non serbare alcuno.
E' duro stringere una mano senza vo
lerla trattenere.
E' duro essere come gli altri, fra gli al
tri.
E' duro dare sempre senza cercare di ricevere.
E' duro trascinare sempre gli altri e non farsi trascinare.
E' duro sostenere i deboli senza potersi appoggiare ad un forte.

Solo davanti al mondo.
Solo davanti alla sofferenza.
Solo davanti ai problemi.

Figliuolo, non sei solo.
Io sono con te. Sono te.
Perché avevo bisogno di una umanità in più
per continuare la mia opera dall'eternità ti ho scelto.
Ho bisogno di te.
Ho bisogno delle tue labbra per continuare a parlare.
Ho bisogno del tuo corpo per continua
re a soffrire.
Ho bisogno del tuo cuore per continuare ad amare.
Resta con Me figlio mio.

Eccomi Signore.
Ecco il mio corpo, ecco il mio cuore, ecco la mia anima.
Concedimi d'essere tanto grande da raggiungere il mondo,
tanto forte da poterlo portare
tanto puro da abbracciarlo senza vol
erlo tenere.
Concedimi di essere terreno di incontro,
strada che non ferma a sé, ma porta a Te.

Signore, stasera, ti ripeto il mio sì,
non in una risata, ma lentamente, umil
mente,
solo, o Signore, davanti a te nella pace della sera.

Michel Quoist

 

Testimonianze

I SEMINARISTI ALLA PREGHIERA PER GLI ORDINANDI

Riportiamo la riflessione di Paolo, Seminarista, dopo la partecipazione al tradizionale “triduo” della P.O.R.A. in preparazione alle Ordinazioni sacerdotali.  E’ stata una gioia per tutte vedere, nella sera di giovedì 27 maggio, tutti i Seminaristi nella Chiesa di santa Marta, a pregare con noi. E, naturalmente, è stato anche uno stimolo maggiore ad accompagnarli con la nostra preghiera e la nostra offerta, insieme ai loro compagni di cammino che, per Pentecoste, sono stati ordinati Sacerdoti.
E’ giovedì, 27 maggio 2004. Fra tre giorni, nella diocesi di Genova succederà qualcosa di grandioso. Come ogni anno, a Pentecoste, in cattedrale, ci sarà un “matrimonio”! Che meraviglia… Ogni anno si celebrano “matrimoni” nel giorno dedicato allo Spirito Santo. Lo Sposo, però, è sempre lo stesso: il Signore Gesù Cristo. Quest’anno, a sposarsi con Gesù, saranno in cinque: don Germano, don Lorenzo, don Rosario, don Vincenzo e fra Luca. Ognuno di loro risponderà alla chiamata che da tempo il Signore fa “pulsare” nel loro cuore: “Alzati, amica mia, mia tutta bella, e vieni!”. Ognuno di loro dirà quell’“Eccomi!” immenso che permette al Signore Gesù di fare grandi cose in chi si abbandona a Lui.
Come prepararci a un momento così grande? Le suore della P.O.R.A. hanno pensato al dono più importante che si può fare a chi sta per consacrarsi totalmente e per sempre a Dio: la preghiera! Hanno così organizzato, nella chiesa di Santa Marta, un incontro di adorazione guidata. C’eravamo anche noi seminaristi. Lo scopo era davvero grande: pregare insieme per questi cinque fratelli che, la domenica seguente, sarebbero stati ordinati sacerdoti.
Questa iniziativa così semplice e bella ha visto la partecipazione di un buon numero di persone, che con raccoglimento e amore si sono inginocchiate davanti a Gesù Eucaristia, nostra pienezza e nostra vita.
Cosa chiederTi, Signore, in un momento così grande per i nostri 5 fratelli e per noi? Ognuno di noi avrà formulato, nel silenzio del proprio cuore, le richieste e i “grazie” che il Tuo Spirito Santo avrà ispirato.
Sono momenti, questi, davvero ecclesiali, belli, puri, semplici, in cui ci si raduna nella preghiera, nel canto e nel silenzio, in ascolto della Parola di Dio.
Insieme abbiamo invocato il Tuo nome, Gesù, fiduciosi che sei Tu la “bellezza che salva il mondo”. Il Papa, all’inizio del nuovo millennio, ha invitato tutti a “ripartire da Cristo”. Cantare il Tuo nome, Signore, mentre si è inginocchiati davanti a Te, purifica, aiuta, plasma il cuore, ci fa Chiesa e ci fa fratelli, figli di Dio, templi dello Spirito. “Ripartire da Cristo” è ripartire dall’Essenziale, è dirti: Gesù, prendili, amali, sposali, riempili di Te, consacrali, guidali nella Tua Verità e istruiscili, perché sei Tu il Dio che salva; in Te hanno sempre sperato… Manda il tuo Spirito di fuoco nel loro cuore, sii la loro gioia, la loro forza, la loro voce, il loro canto, il loro amore!
Chissà quante di queste invocazioni sono sgorgate dal cuore di ognuno di noi durante quell’adorazione, e nei giorni prima, durante e dopo queste Ordinazioni sacerdotali…In ginocchio nella chiesa di Santa Marta abbiamo cantato che nulla mai potrà separarci da Te, Signore, e che solo in Te riposa la nostra anima. Cantare a Te, e pregarTi per questi 5 fratelli, è un seme di comunione limpido che porterà frutto sicuramente, perché Tu hai promesso che a chi chiede, sarà dato. Tu hai detto che tutto ciò che chiederemo al Padre nel Tuo nome, lo concederai. E noi abbiamo chiesto, nel Tuo nome, e chiediamo, che il Tuo Spirito Santo abiti per sempre nel cuore di don Germano, don Lorenzo, don Vincenzo, don Rosario e fra Luca, e ne sia l’unico Signore e Sposo. Amen!
Uno dei brani che abbiamo meditato era l’inno alla Carità, di San Paolo. Come non parlare, infatti, dell’Amore, quando siamo di fronte a un matrimonio così grande?
Padre, nel nome di Gesù, porta a compimento, secondo la Tua volontà, l’opera bellissima che hai iniziato in questi cinque ragazzi.

Paolo Pero

 Testimonianze

dal "Settimanale Cattolico" di Genova

PRETI NOVELLI

Don Rosario Fazio

Vorrei raccontarvi brevemente la mia storia, la mia vocazione, il mio percorso nella fede. Premetto subito che nel parlare della vocazione mi accorgo, ancora di più, che essa è un dono, qualcosa dunque che non è dovuto e il Vangelo ce lo ricorda: "Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato"(Gv6,44). Innanzitutto mi chiamo Rosario Fazio, ho 27 anni, sono della parrocchia di S. Fede in corso Sardegna. Provengo da una famiglia numerosa e ho trascorso l'ultimo anno di asilo e gli anni della scuola elementare dalle suore della Misericordia nella Casa Bimbi a Carignano dove ho passato un periodo sereno. Devo molto alle suore per la mia crescita iniziale nella fede. L'inizio della mia adolescenza invece l'ho trascorsa dai padri Pavoniani, presso l'Istituto Fassicomo, dove sono stato indirizzato verso la vita nella società, verso il lavoro. Ho lavorato, infatti, cinque anni come stampatore. In questo periodo è iniziata la faticosa maturazione verso una fede sempre più cosciente. Lentamente, infatti, mi sono allontanato dalla fede, o dall'idea forse che avevo di Dio. Periodo adolescenziale di riflessione, ma anche occasione grande di maturazione, inserita certo nel disegno provvidenziale di Dio. In me cresceva, infatti, la ricerca di un qualcosa che sentivo mancante e che non avevo chiaro. Decisi di riavvicinarmi alla fede frequentando per tre anni il movimento neocatecumenale. Avvertivo più intensa quella ricerca e senza un disegno preciso andai da un sacerdote della parrocchia dove abitavo che iniziò con me un cammino di ricerca. Volevo scoprire se il sacerdozio era la mia strada per poter, con più serenità, affrontarne altrimenti un'altra. Durante quel cammino mi disse una frase che ancora oggi mi è rimasta molto impressa: "per seguire il Signore bisogna amarlo". Fu per me una rivelazione perché compresi interiormente di non sapere amare Dio. Ero contento perché pensavo di aver risolto un dubbio che avevo e continuai la mia vita, il mio lavoro. Passato però un anno questo desiderio, questa ricerca in me si faceva sempre più forte. Tornai dal quel sacerdote, continuando il cammino intrapreso precedentemente, e dopo vari mesi decisi di seguire il Signore più da vicino incamminandomi lungo la via del seminario. Ora sono passati sette anni da quando sono entrato. L'esperienza del seminario è stata per me molto decisiva e costruttiva. Da cercatore mi sono ritrovato ad essere cercato e, ancor di più, amato dal Signore; è il Signore Gesù che chiama: "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi" (Gv15,16). In questi anni di seminario, con l'accompagnamento dei superiori, la preparazione dello studio teologico, la preparazione con la vita di preghiera, la liturgia, i momenti di gioco, i momenti di servizio, lo studio della musica sacra, il fondamentale accompagnamento con il padre spirituale… hanno fatto maturare la mia iniziale chiamata. Ecco allora i bellissimi ed impegnativi momenti che hanno preceduto il presbiterato: l'ammissione agli ordini sacri, dove la Chiesa riconosce la chiamata del Signore; il ministero del lettorato dove ci si avvicina umilmente al mistero di Cristo nella Parola di Dio per contemplarla e cercare di calarla nel proprio vissuto; il ministero dell'accolitato dove ci si avvicina al mistero eucaristico divenendo anche ministri straordinari della comunione, infine con l'ordinazione diaconale dove si è unti al Signore e si inizia a vivere la missione di Cristo che si fa umile servo. Mi ora alle vostre preghiere per il mio servizio nella Chiesa come sacerdote! Grazie!

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Don Germano Andriani

Non è facile scrivere qualcosa sulla propria ordinazione presbiterale quando ormai mancano pochi giorni ad essa. Doverlo fare in maniera teorica, quando essa è temporalmente lontana è molto più semplice. Perché sono tanti i sentimenti che provo all'avvicinarsi di questo momento così importante nella mia vita. Vi è gratitudine verso il Signore per questo grande dono che mi ha voluto fare. Avendo presente i miei limiti, le mie incapacità mi rendo conto di quanto sia necessario per un presbitero rimanere saldamente unito a Cristo. Ma c'è anche gratitudine per tutti coloro che, in maniera differente, mi hanno accompagnato durante questi anni della formazione. Penso ai miei genitori che con estrema discrezione, come solo chi ama davvero sa fare, mi hanno sostenuto e incoraggiato. Ricordo ancora all'inizio del mio cammino, circa sei anni fa, il perentorio invito di mio padre: "Fai le cose seriamente, come vanno fatte!". Penso alla mia comunità parrocchiale, del SS. Sacramento, che incontravo ogni fine settimana, che s'informava, chiedeva, rincuorava. Oppure i tanti amici, conosciuti nei modi più diversi durante gli anni precedenti, che avevano mille domande da porre sul cammino che stavo compiendo in seminario. Un grazie, immenso, va anche alle comunità che quest'anno mi hanno accolto come diacono: Bogliasco, Pieve Ligure e Sori. In esse ho avuto la grazia di incontrare giovani e adulti dal cuore grande. Mi hanno accompagnato in quest'anno con delicatezza e discrezione. Mi hanno incoraggiato e sostenuto in questi miei primi passi "sul campo". Hanno saputo prevenire e risolvere tanti miei problemi. Se posso affermare che è stato un anno molto positivo il merito è del Signore e loro. C'è gratitudine, ovviamente, verso il seminario. Una comunità di ragazzi che si interroga sul progetto che Dio ha per ognuno di noi. Una comunità con luci ed ombre come è ogni comunità. Una volta il Card. Tettamanzi disse che esiste una sola comunità perfetta: la Trinità! Vi è certamente timore. Dopo un anno di servizio come diacono, mi sono reso conto di quanti e quali domande vengono poste a un sacerdote. Quante persone si rivolgono ai sacerdoti per avere consiglio, aiuto, sostegno. Il sacerdote deve saper essere padre, fratello, figlio. Quanti giovani cercano le risposte alle loro domande della vita, cercano appoggio, incoraggiamento. Quante persone anziane hanno bisogno di parole di conforto, di attenzione di qualcuno che le consideri ancora utili in una società che con troppa fretta e facilità mette da parte chi non considera più tale. Vi è anche molta fiducia. I motivi elencati sopra fanno certamente tremare i polsi, ma ho la certezza che il Signore che mi ha fatto questo dono non mi lascerà mai solo. Sarò io sicuramente a scordarmi ogni tanto di Lui. In questi mesi ho avuto la grazia di leggere un libro di mons. Comastri, Arcivescovo di Loreto, in esso raccontava di aver chiesto, nel giorno dell'ordinazione sacerdotale, di poter sempre essere c o m e l ' a s i n e l l o che aveva portato Gesù in Gerusalemme nel giorno delle Palme. Già compito e missione di un prete non è portare se stessi ma portare il Signore della Vita: Gesù. È solo Lui che salva, noi non salviamo proprio nessuno. È solo Lui che guarisce le ferite dell'uomo, di ogni uomo. È solo lui la Via per giungere al Padre. È solo Lui la Verità che ci rende liberi! E allora, chi di voi verrà in cattedrale domenica 30 maggio alle ore 16, alla celebrazione eucaristica per le ordinazioni sacerdotali, può essere sicuro che sarà proprio questa la preghiera che io eleverò al Signore: concedimi la grazia di essere sempre il tuo asinello! Ed è questo che vi invito a chiedere per me al Signore!

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Lorenzo Nanni

Sono Lorenzo Nanni, sono nato il 12 maggio 1968, sono stato inviato dal vescovo nella parrocchia di San Siro di Struppa come diacono e sono davvero felice di poter donare tutta la mia vita al Signore ricevendo il dono del presbiterato, per essere a mia volta dono per i miei fratelli. Provengo dalla parrocchia di San Paolo, la più vicina al seminario, e ho cominciato a frequentare i gruppi parrocchiali di Azione Cattolica in terza media. Cerco di portare sempre nel mio cuore tutti i volti di tutte le persone che ho incontrato nel mio cammino di uomo, seminarista e di diacono. Da quando sono in seminario, ho scoperto l'importanza di pregare per tutte le persone che mi sono e che mi saranno affidate nel futuro. In questi ultimi anni di crescita nel Signore e di discernimento, ho imparato ad amare questo Dio così grande e di capire finalmente che cosa vuole da me: tutto il mio tempo, tutto il mio essere, tutto il mio corpo, le mie mani, i miei occhi, la mia voglia di ridere e scherzare, le mie energie, il mio affetto, i miei titoli di studio, la mia casa… Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso. Il Signore ha contribuito a sciogliere le mie resistenze, con il suo amore di Padre ha scaldato il mio cuore e ha sciolto il gelo delle mie paure. Così il 30 maggio sarò ordinato prete. E potrò servire ancora di più la Chiesa, e i miei fratelli. -per sempre-. So benissimo che da solo non ce la posso fare perché è davvero qualcosa di più grande di me e per questo invoco l'aiuto del Signore che mi sostenga in ogni momento, che mi dia la forza di essere un annunciatore fedele e credibile del Suo Vangelo. Chiedo ancora il sostegno di Maria perché aiuti il mio cuore ad essere docile allo Spirito.

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 Don Vincenzo Ricciardi

Un cordiale saluto a tutti i lettori del Settimanale Cattolico. Mi presento: sono don Vincenzo Ricciardi, un diacono del nostro seminario diocesano, ho ventiquattro anni e sono entusiasta della risposta che ho dato al Signore di seguirlo sulla via della totale consacrazione a lui. Il motivo di queste righe è noto: domenica di Pentecoste, 30 maggio, riceverò il sacramento dell'Ordine sacro, e così diventerò prete… potrò celebrare la Messa, confessare, portare sollievo ai malati, in poche parole il Signore mi mette davanti una via precisa attraverso la quale mi vuole santo, come del resto vuole ogni cristiano. Dal quel giorno si aprirà per me una nuova pagina di vita da scrivere, poiché questo non è certamente il coronamento di un sogno, ma una risposta "obbediente e coraggiosa" al Signore della mia vita, che desidera per me il Bene. Questa risposta che mi rende felice si è tradotta in tanti "eccomi", a partire da quando a tredici anni ho lasciato la mia famiglia per entrare in Seminario al Chiappato fino all' "Eccomi" che dirò domenica e continuerò a dire ogni giorno che il Signore vorrà donarmi. Mi affido alle preghiere di tutti voi, che saranno sicuramente generose e gradite a Dio per intercessione di Maria. La Chiesa siamo tutti noi, e per voi io mi consacro al Signore, volendo dire ai giovani che è bello sentirsi Chiesa anche in questo modo.

 

Decennio

10° anniversario della Piccola Opera Regina Apostolorum

Una grazia per il presbiterio diocesano

di Mons. Guido Marini

Quando dieci anni fa il Cardinale Giovanni Canestri, allora Arcivescovo di Genova, eresse la Pia Unione della Piccola Opera Regina Apostolorum (P.O.R.A.)  a Istituto di Vita Consacrata di diritto diocesano, la gioia e la soddisfazione fu unanime. Ma è certo che una particolare soddisfazione fu presente nel cuore dei sacerdoti della Diocesi, che da sempre hanno visto nelle Suore della P.O.R.A. una vera e propria risorsa per la loro vita e il loro ministero.

E’ pressoché noto a tutti che queste religiose svolgono una parte significativa del servizio all’interno del Convitto Ecclesiastico, la casa che accoglie soprattutto sacerdoti anziani e malati. La cura e la delicatezza materna con le quali accompagnano il momento delicato della sofferenza e della solitudine di tanti di noi sono esemplari e commuovono. Anche perché rimandano alla presenza evangelica di Maria accanto al Signore Gesù, sempre e in modo particolare al momento della sua Passione e Morte.

Ma non sarebbe esatto ritenere esaurito il compito della Piccola Opera nell’accompagnamento silenzioso e premuroso dei sacerdoti anziani e malati. Il carisma proprio di questo Istituto di Vita Consacrata ha portato le religiose a farsi compagne di viaggio nel cammino spirituale di tanti sacerdoti, giovani e meno giovani: con la preghiera quotidiana, l’offerta generosa della propria vita non escluso il sacrificio, la presenza discreta e attenta, il consiglio prudente e saggio, l’aiuto nel momento del disagio, lo stimolo alla santità. Se risulta più facile raccontare la storia di tanti sacerdoti sostenuti al tramonto della loro vita e aiutati durante l’esperienza della malattia, più difficile è entrare nel silenzio e nel mistero del cuore di tanti, tantissimi sacerdoti che dalle Suore della Piccola Opera hanno ricevuto conforto e sostegno spirituale.

Non è questo il luogo nel quale elencare le numerose attività svolte con sollecitudine dalla Suore della P.O.R.A. Ma vale la pena ricordare una nuova forma di vicinanza al presbiterio diocesano che è stata avviata da qualche tempo: quella della fraternità sacerdotale. La Piccola Opera, infatti, non ha dato vita soltanto a una fraternità di laici che, condividendo il suo carisma, in diversi modi collaborano nel servizio ai sacerdoti. Le Suore hanno desiderato che prendesse forma anche una piccola fraternità di sacerdoti, aperta a tutto il presbiterio diocesano, nella quale fosse possibile vivere periodicamente momenti di spiritualità, di amicizia, di condivisione, contribuendo così alla comunione presbiterale. Si tratta di un’intuizione molto bella, che ha preso forma nel silenzio e nella discrezione, come è nello stile della Piccola Opera.

Vale la pena anche ricordare la presenza delle Suore nella casa arcivescovile. Il nostro Arcivescovo, infatti, dopo alcuni mesi di ministero in Diocesi, si è rivolto alla Piccola Opera richiedendo alcune Religiose che lo aiutassero nelle necessità della vita quotidiana in Episcopio. In questo modo le “nostre” Suore hanno ricevuto un riconoscimento significativo e meritato, che per tutti noi sacerdoti genovesi è stato ed è motivo di grande gioia.

Forse non tutti sanno che la giornata della Suore della P.O.R.A., in ogni loro casa, inizia al mattino presto con una preghiera di offerta della propria vita a favore di tutti i sacerdoti. Per un presbitero partecipare a questo momento, semplice e intenso, è motivo di sincera commozione: anche al pensiero che ogni giorno, al proprio impegnativo ministero fa da sfondo questa preghiera di donne che sono per lui allo stesso tempo sorelle, madri e figlie nella via dello spirito. In quel momento di preghiera mattutina tutte alzano le braccia verso il cielo e dalle loro labbra escono le parole della preghiera innamorata di Dio e dei suoi ministri. Grazie, Suore della Piccola Opera! Grazie a Dio per il dono di voi alla Chiesa che è in Genova!             

 

Decennio

dal "Settimanale Cattolico" di Genova

P.O.R.A. DA DIECI ANNI “CONGREGAZIONE”. PRESENTI I CARDINALI CANESTRI E BERTONE

 Quelle SuorE così preziose!

di Giuseppe Parodi

In S. Marta, alla gioia delle suore, si sono uniti il vescovo Mons. Canessa, molti sacerdoti e laici

Il decimo anniversario dell'erezione della Piccola Opera Regina Apostolorum in Congregazione di Diritto Diocesano (di cui si è ampiamente scritto nel numero scorso) è stato sottolineato con particolare solennità, non tanto per voler dare a questa ricorrenza una impronta trionfalista ma piuttosto per ringraziare il Signore di questa pietra miliare nella storia di una entità che, già presente nella nostra Arcidiocesi fin dal 1948, ha potuto ripartire per nuovi traguardi con una veste indubbiamente più importante (giacché le sue componenti sono, da quel momento, diventate religiose professe a tutti gli effetti) ma, nello stesso tempo, più impegnativa sotto il profilo spirituale.

Per questa somma di motivi la Congregazione ha voluto evidenziare l'anniversario rendendo grazie a Dio per quanto ha voluto operare attraverso di loro e con loro, rivivendo quella storica data con il Pastore che era in quell'anno alla guida della comunità diocesana e che è stato l'artefice di tale crescita, così come ha voluto avere vicini sia colui che fu il principale collaboratore dell'Arcivescovo e il suo attuale successore sulla Cattedra di S. Siro.

Come si sa, il Card. Canestri, pur essendo rimasto molto legato a Genova, sua ultima sede pastorale, non viene spesso nella nostra città, avendo scelto di vivere il suo ruolo di "Arcivescovo emerito" con grande signorilità e discrezione: l'averlo avuto a Genova in questa speciale circostanza ha costituito un motivo di grande gioia per tutti; egualmente gradita la presenza del Vescovo di Tortona Mons. Canessa, che era Ausiliare e Vicario Generale nel 1994 e che, quindi, ha seguito in prima persona tutto l'iter procedurale riguardante la "promozione"della P.O.R.A. nel contesto ecclesiale diocesano; non poteva mancare il Card. Bertone, che ha dimostrato, fin dal momento del suo arrivo in città, una particolare simpatia per questa Congregazione e, constatata la sua operosità, non ha esitato ad affidarle la gestione della casa arcivescovile.

L'Arcivescovo emerito ha pertanto presieduto la solenne concelebrazione di ringraziamento, cui hanno partecipato, con Mons. Canessa, un folto gruppo di Sacerdoti, a testimonianza della stima che la Congregazione gode presso il Presbiterio diocesano.

All'inizio della funzione Mons. Guido Marini, in un breve intervento, ha sintetizzato l'importanza che le religiose della P.O.R.A. rivestono per l'Arcidiocesi, elogiandone lo spirito di servizio, quel servizio che ormai da 56 anni essa beneficia nelle persone dei suoi Sacerdoti, in particolare modo presso il Convitto Ecclesiastico, dove risiedano coloro i quali che, più di altri, necessitano di assistenza e di cure particolari, nonché di speciali attenzioni.

L'omelia del Card, Canestri è stata incentrata sul sacerdozio.

Attingendo anche a ricordi di carattere personale, ha messo in rilievo come, fin dai tempi di Gesù, vi siano state donne che, seppur in forma riservata e, comunque, non da protagonista, abbiano svolto un compito importante nell'assistere e sostenere chi era destinato all'evangelizzazione; oggi tale incarico è svolto, per quanto possibile, dai familiari dei sacerdoti (in massima parte madri e sorelle), ma, quando ciò non è possibile, le figure di queste religiose, che si sono appunto fatte carico di ciò, appare come un servizio essenziale, talché esse si con figurano, come ha efficacemente scritto su queste colonne Mons. Marini, "una grazia per il clero diocesano".

In chiusura, la Superiora Generale della Congregazione, Suor Maria Giuseppina Valmori, ha espresso, anche a nome delle consorelle, la sua gratitudine ai presuli e ai sacerdoti che hanno voluto condividere con loro questa giornata di spirituale letizia.

 

Decennio

dal "Settimanale Cattolico" di Genova

Nel cuore della Chiesa “per loro”

di Suor Paola Barenco

L’11 Marzo alle ore 16,  nella Chiesa di Santa Marta, la Piccola Opera Regina Apostolorum celebra i 10 anni come Congregazione religiosa, col Cardinale Giovanni Canestri e col nostro Arcivescovo Cardinale Tarcisio Bertone.

Con gioia  la Piccola Opera Regina Apostolorum celebra quest’anno il decennio di erezione a Congregazione religiosa di Diritto diocesano.

Noi tutte sentiamo una grande riconoscenza al Signore  e alla Chiesa che, nella persona del Cardinale Giovanni Canestri, il 2 Febbraio 1994, ha voluto dare la sua conferma  all’ispirazione dei Fondatori, riconoscendolo come dono dello Spirito a favore di tutta la Chiesa.

Infatti qui noi scopriamo il percorso che il Signore ha scelto per la nostra santificazione e per un servizio efficace nella Chiesa: nel “per loro io consacro me stesso” ( Gv.17, 19).

Queste parole che Gesù ha pronunciato nella cosiddetta “preghiera sacerdotale” , nell’intimità della comunità apostolica, la sera del Giovedì Santo, sono quel programma di vita al quale il Signore ci ha chiamate affinché cerchiamo di realizzarlo nella quotidianità in una offerta di noi stesse sempre più generoso “per i Sacerdoti”.

Infatti la Piccola Opera è chiamata a vivere ed operare per i sacerdoti. Questo, però, richiede che ognuna di noi viva in profonda comunione col Signore Gesù, per coglierne i sentimenti di amore, compassione e sollecitudine verso i suoi discepoli.

Così  ci descrivono le nostre Costituzioni:

Le Figlie di Maria Regina Apostolorum sono chiamate, nella Chiesa, all'offerta incessante della loro vita per la santificazione dei Sacerdoti. In unione a Maria si impegnano ad imitarla vergine, sposa e madre, in un dono esclusivo ed incondizionato a Colui che le ha chiamate.

          Consapevoli della preziosità del dono ricevuto, desiderano appro­fondire la conoscenza e l'intimità col Cristo, Sposo che riconoscono e servono presente nei Suoi Sacerdoti.

          Le Figlie di Maria Regina Apostolorum si propongono di vivere, quale loro programma di vita, le parole del Maestro: "... e per loro io consacro me stesso" . La loro consacrazione religiosa offerta a gloria del Padre è "per loro", i Sacerdoti. Vivranno questo impegno momento per momento e fin dal mattino tutto è offerto "per loro". Alla scuola di Maria, che ha accolto come figlio Giovanni, il discepolo amato da Gesù, imparano ad accogliere tutti i Sacerdoti. Chiamate ad esercitare una fecondità ed una maternità sul piano spirituale, chiedono a Maria, ogni mattino, il dono della fede, della delicatezza, della "tenera ansia del suo cuore per poter prevenire ogni pericolo ed allontanare ogni inciampo dal loro cammino", il suo spirito di prudenza per un servizio sereno, silenzioso e discreto. Il tutto animato da quella carità che portò Maria sotto la Croce e successivamente nel Cenacolo.

          Le Suore della Piccola Opera, coscienti che la missione loro affidata è superiore alle capacità umane, desiderano ardentemente crescere nell'umiltà per poter vivere sempre più conformemente a Gesù, mite ed umile di cuore, ed a Maria, umile serva del Signore.

          Esse si sentono "nel cuore della Chiesa", perché chiamate a sostenere e servire coloro che, in modo particolare, sono stati scelti ed inviati a perpetuare la presenza del Cristo nel mondo: i Sacerdoti. "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando Voi"; "Lo Spirito Santo scenderà su di voi ... mi sarete testimoni fino agli estremi confini della terra".

 La nostra storia, evidentemente, comincia da più lontano, nel 1948, quando la Fondatrice, Suor Ada Taschera, aiutata da Mons. Luigi Recagno, Sacerdote di Genova, poi Vicario generale, e incoraggiata da Mons. Vailati, di Tortona, poi Vescovo di Manfredonia, inizia questa avventura con le prime Sorelle, confidando unicamente in Dio che porta a compimento quello che suscita nei cuori. E veramente la Provvidenza è stata la protagonista della nostra storia, Colei che più volte abbiamo visto all’opera, nel condurre gli avvenimenti, passo passo!

Siamo grate ai Pastori della Chiesa che, nella nostra storia, ci hanno incoraggiate e accompagnate: Il Cardinale Giuseppe Siri, che ha accolto la Comunità nascente, il Cardinale Giovanni Canestri che, con fiducia, ha eretto la Piccola Opera a Congregazione religiosa, il Cardinale Tarcisio Bertone che ha accolto una nostra Comunità nella Sua Casa.

In tutti questi anni il Signore, anche attraverso le vicende e le richieste concrete del presente, ci ha indicato strade consuete e nuove nel servizio ai Sacerdoti, tanto che oggi operiamo, pur essendo una “piccola opera”, in diversi campi di aiuto e si apostolato.

 

Decennio

il saluto ed il ringraziamento 
ai Vescovi, ai Sacerdoti ed ai fedeli presenti

 di Suor Maria Giuseppina Valmori, Madre Generale
 

Eminenze carissime, Reverendo Mons. Canessa, cari Sacerdoti, religiose, religiosi, amici e collaboratori, GRAZIE PER LA VOSTRA PARTECIPAZIONE!

Desidero esprimere, a nome di tutte le Sorelle, Suore e Oblate della Piccola Opera Regina Apostolorum, il mio grazie a Dio per il dono della nostra vocazione: essere chiamate a vivere “ per loro”, i sacerdoti, in quella stessa sollecitudine ed amore del Signore Gesù come esprime lui stesso nella sera del giovedì santo, è per noi il dono più bello e più grande; offrire la nostra vita per la loro santificazione e la loro missione, pur nella nostra umanità, è stimolo e forza ad essere sempre più docili e fedeli all’amore del Signore che ci chiama.
Sentiamo forte ed efficace l’esempio dei nostri Fondatori, Suor Ada Taschera, Mons. Recagno e Mons. Vailati. La loro santità di vita ci ha insegnato che il Signore è capace di compiere cose grandi a chi si affida a Lui con fiducia.
Ringrazio per il dono di questo decennio che, per quanto non sia uno spazio di tempo particolarmente lungo, per noi ha il grande significato del cammino che siamo state guidate a compiere nella certezza dell’essere Chiesa e del sentirci Chiesa
Ringrazio Le Eminenze Reverendissime Card. Canestri, che con lungimiranza e amore al Sacerdozio ha voluto erigere la nostra Comunità a Congregazione religiosa con il dono della Professione perpetua e il nostro Cardinale Arcivescovo per la fiducia e la paternità che ci dimostra. Ringrazio anche Lei Ecc.za Rev.ma Mons. Canessa, che, nel tempo in cui è stato Vescovo ausiliare di Genova ci ha sostenute, aiutate, incoraggiate nel cammino. Per noi della P.O.R.A.  la presenza e la vicinanza dei Vescovi ci ricorda l’amore e la sollecitudine dei nostri Pastori, in quanto la nostra identità di congregazione trova una fisionomia particolare nell’essere a servizio della chiesa locale.
Ringrazio voi, cari Sacerdoti, perché la vostra presenza ci fa sentire ancora più bella la nostra vocazione ed il vedervi ci dona quella gioia e quella forza per un dono sempre più generoso.
Un grazie particolare a Mons. Franco Ricciardi che, a La Spezia, ha seguito la nostra Comunità fin dalle origini e a Mons. Guido Marini per l’aiuto spirituale che oggi dà alla Comunità di Genova. Un grazie  a tutti i Sacerdoti che hanno accompagnato in questi anni il cammino della Congregazione.
Ringrazio tutti voi, amici  e collaboratori della Piccola Opera, laici della Fraternità della P.O.R.A. e tutti quanti siete convenuti. Davvero sentiamo la grandezza della Chiesa e ci sentiamo fratelli, con uno stesso Padre, e uniti nel comune ideale di pregare per i sacerdoti e collaborare con loro in uno spirito di reale comunione.
Insieme, tutti quanti, ci facciamo grazie al Signore e gli chiediamo di renderci strumenti docili nelle sua mani affinché venga il suo regno di amore e di pace.
Termino con una preghiera che abbiamo composto per questa occasione:

Signore Gesù,
noi tutte ti ringraziamo per il dono della nostra vocazione: servire Te nei tuoi Sacerdoti!
Con stupore contempliamo il mistero della tua chiamata e con tutto il cuore desideriamo aderirvi sempre più.
Rendici generose nel dono di noi stesse, attente a quanto tu ci chiedi giorno per giorno, in un servizio sempre più attento e creativo verso i Sacerdoti ai quali ci mandi.
Ti ringraziamo per l’esempio dei nostri Fondatori e perché la tua Chiesa ha accolto e sostenuto la loro ispirazione e docilità allo Spirito.
Siamo certe che non lascerai mancare il dono di nuove vocazioni e ancora susciterai nei cuori il desiderio di una consacrazione “per loro”.
Fa’ che non venga mai meno, in noi, la fedeltà al carisma originario affinché possiamo viverlo come sempre nuovo nell’oggi e nell’attenzione alle istanze del presente.
Nel Cuore di Maria, tua Madre, Regina degli Apostoli e Madre di ogni Sacerdote, deponiamo la nostra preghiera. Lei, che ha accolto nel Suo grembo  Te, Eterno Sacerdote, conformi il nostro cuore al Suo e renda la nostra Piccola Opera feconda per ogni Sacerdote e per tutta la Chiesa.

 

Prego per i Sacerdoti

Signore Gesù,

ti ringrazio e ti adoro nel dono del Sacerdozio che oggi vive nei tuoi Sacerdoti.

Attraverso di essi tu porti la tua stessa presenza che è pace, amore, perdono, consolazione, guarigione del cuore, gioia  profonda, salvezza…

Ti ringrazio perché, per renderti presente,hai scelto e chiamato uomini   fra noi,  per insegnarci, ancora una volta, la gratuità del tuo amore.

Ti prego per i miei fratelli Sacerdoti: per quelli che conosco e per quelli che non conosco e che hanno bisogno di essere sostenuti, consolati, ricordati...Siano strumento di Te, nella memoria riconoscente della chiamata che li rende grandi nella fedeltà del Tuo Amore.

Fa’, o Signore, che la mia preghiera, oggi, possa essere unita alla tua, quando, in quell’ultima sera con i tuoi discepoli, hai pregato per loro, per tutti loro, fino alla fine dei tempi…

“Custodiscili...consacrali...per loro io consacro me stesso…” (Gv.17,19)

P.B - PORA

Per lo stesso ideale

FAMILIARI DEL CLERO

di Luisamaria Casaretto

Noi, Familiari del Clero, abbiamo avuto la gioia di concludere gli incontri di quest’anno partecipando alla Messa dei quattro Sacerdoti novelli: Don Germano, Don Lorenzo, Don Rosario e Don Vincenzo. La Messa è stata un momento molto bello di preghiera e di comunione, pregando anche per coloro che non potevano esserci ma che abbiamo sentito vicino a noi.
Dopo ci siamo ritrovati dalle Suore Minime di Via Quarnaro per una pizza insieme ed un momento di festa con i novelli Sacerdoti ed i loro genitori.
Mi sembra bello anche in questa occasione sottolineare la gioia di appartenere a questa Associazione che ci aiuta a capire la preziosità della nostra collaborazione e servizio ai Sacerdoti, che ci fa sentire nel cuore della Chiesa.
Mi piace ricordare una frase del Papa che, rivolgendosi ai Familiari del Clero,ha detto: “ Non ringrazierete mai abbastanza il Signore di avervi scelto per servire il Sacerdozio. Certamente questa bella vocazione, vero servizio alla Chiesa, deve essere approfondita nei momenti riservati alla preghiera quotidiana e anche ai vostri raduni e ritiri”.
In queste parole ritroviamo l’identità e lo specifico della nostra Associazione. Il nostro servizio ai Sacerdoti diventa una vocazione, una chiamata a servire in loro la Chiesa. Quando Gesù ha chiamato i nostri figli a seguirLo ha chiamato anche noi a servirLo in loro.
Allora i nostri incontri, i momenti di preghiera insieme, sono indispensabili per vivere questa chiamata. I momenti di incontro sono allora necessari perché dalla formazione, condivisione e preghiera prendiamo l’alimento per vivere, durante il mese, la nostra vocazione, nei suoi momenti belli ed anche in quelli di difficoltà e fatica.
Per questo vogliamo che la nostra Associazione cresca e si sviluppi anche nelle Diocesi liguri in cui non è ancora presente.
Un grazie alle Suore della P.O.R.A. con cui ci sentiamo in profonda comunione  che fin dagli inizi hanno promosso e sostenuto il nostro Gruppo. Un grazie di cuore anche a Don Giancarlo Aicardi che con tanta disponibilità  segue il cammino spirituale e guida i nostri incontri mensili. Noi crediamo che questa comunione sia la fecondità del nostro servizio nella Chiesa.

 

ESTATE A PERLETTO

Incontro di riflessione e preghiera

per Familiari del Clero

1-3 Luglio

 

Esercizi Spirituali per Sacerdoti

16 – 20 agosto  

Predicati da Padre Gabriele Ferlisi, OAD

 

GIORNATE DI SPIRITUALITA’

PER DIACONI PERMANENTI DELLA DIOCESI DI Acqui Terme

23 – 26 Agosto

 

 Corso di aggiornamento

30 Agosto (pomeriggio) - 3 settembre (mattina)

TRASGRESSIONE E LIBERTA’:

il cammino di maturazione nei consigli evangelici

Moderatore: P.Giovanni Personeni, Monfortano

in collaborazione con l’Edi.S.I. Istituto Edith Stein

PROGRAMMA

 LUNEDI’ 30 Agosto – pomeriggio

Icone bibliche dalla trasgressione alla libertà

Mons. Guido Marini - docente di Diritto Canonico nella Facoltà Teologica

dell'Italia Settentrionale – Direttore Ufficio Educazione e Scuola - Genova

 MARTEDI’ 31 Agosto

I Consigli evangelici come cammino di libertà: linee antropologiche

Dott. Giovanni Margarino - Medico Oncologo - Genova

MERCOLEDI' 1 Settembre

Dinamiche psicologiche della maturazione nei consigli evangelici

 Dott. Grazia Maria Costa - Medico

Membro dell'Ist.Secolare Mater Misericordiae - Genova

 GIOVEDI’ 2 settembre

Di fronte alla trasgressione: conoscenza di sé, gerarchie di valori, perdonarsi ed essere perdonati, capacità di riprendere il cammino.

Suor Paola Barenco, P.O.R.A. - Formatrice, Pedagogista

 VENERDI’ 3 settembre – mattina

Progetto personale e formazione permanente ai Consigli evangelici

Giuseppina Piraino - Psicologa - Istituto Secolare Educatrici Missionarie Padre Kolbe

 

ESERCIZI SPIRITUALI GIOVANI

10 - 12 settembre

con Mons. Guido Marini