PRESENTAZIONE
Cari amici
e lettori,
eccoci con
il numero estivo del nostro Periodico. Come sempre leggerete le riflessioni
dei nostri cari Fondatori. Poi troverete cronache e documentazioni
di avvenimenti importanti “di casa”: la celebrazione del “decennio”
della Piccola Opera come Congregazione religiosa, insieme al Cardinale
Canestri che ha eretto la PORA a Congregazione ed il nostro
Cardinale Arcivescovo Tarcisio Bertone, con la presenza del Vescovo
di Tortona, S.Ecc.za Mons. Martino Canessa, nel 1994 Vescovo Ausiliare
di Genova e tanti Sacerdoti; la preghiera in preparazione alle Ordinazioni
Sacerdotali nella Chiesa di Santa Marta, appuntamento annuale che
caratterizza la storia dell’Opera fin dagli inizi; la testimonianza
di un Seminarista, la documentazione delle prime Sante Messe dei quattro
sacerdoti novelli nella nostra Casa Madre, le Familiari del Clero
e l’Estate a Perletto.
Auguriamo
a tutti buona estate, feconda di grazie per gli impegni apostolici
di ciascuno!
Suor
Maria Giuseppina
Le nostre fonti
Suor Ada Taschera
IL SACERDOTE E’ NECESSARIO E INSOSTITUIBILE
La Chiesa, corpo mistico di Cristo, e l’insieme di tutti i veri cristiani;
ma in questo corpo mistico, come nel corpo umano, vi sono membra di
diverso valore. Un uomo può vivere senza una mano, ma non può
vivere senza testa e senza cuore.
Nella
Chiesa vi è una gerarchia invisibile: Cristo (Capo) e lo Spirito Santo
(Anima) e vi è una gerarchia visibile: il Papa è il Capo e i
Successori degli Apostoli con tutti i Sacerdoti ne sono il cuore.
l
primo, sorretto dall'infallibilità, e tutti insieme guidati dallo
Spirito Santo, esplicano il mandato di Cristo di condurre tutte
le anime alla Casa del Padre: avendo ricevuto poteri necessari
e sufficienti per sostenerle durante il cammino della vita e salvarle.
Se
il mondo comprendesse questo e lo accettasse, ritroverebbe la stabilità,
perché avrebbe trovato il suo punto di appoggio. L'umanità è nella
confusione perché vuole e crede di poter fare senza della Chiesa
di Cristo.
La
confusione e le aberrazioni sono così gravi e molteplici che il Cuore
della Chiesa non ce la fa ad arrivare ad assolvere tutti i compiti
e chiama in aiuto le membra più vive, tutti i cristiani di buona volontà,
per essere aiutato a salvare i fratelli.
Che
cos'è questa chiamata insistente dei laici a fianco dei Sacerdoti?
E’ necessità di aiuto nelle attuali difficoltà.
Tutti
però comprendiamo che una vena non potrà mai prendere il posto
del cuore, per quanto sana e vitale. Meglio certamente sarebbe avere
un maggior numero di Sacerdoti; ma proprio per la confusione
e lo spostamento dei valori che esiste nella società, questi
tendono a diminuire, mentre,
per
un mondo così combinato, ci vorrebbe un prete per ogni strada,
per non dire per ogni famiglia.
Da
tutto questo che cosa deriva? La necessità del Sacerdote, la sempre
maggiore necessità di un Sacerdote santo e trascinatore, capace
di condurre i figli prodighi all'ovile.
La
causa, quindi, per cui le Figlie della P.O.R.A. si sono consacrate
al Signore, immolando la loro vita, è di urgente attualità
e necessità nella Chiesa di Cristo.
Convinciamoci: il Sacerdote e insostituibile; ci vogliono tanti e santi
Sacerdoti.
E'
quindi prezioso l'aiuto che dà la P.O.R.A. alle vocazioni, ai Seminaristi,
aiutandoli, sostenendoli, accompagnandoli all'Altare.
E'
prezioso l'aiuto che dà ai Sacerdoti in tutti i modi e sotto
tutte le forme, anche per togliere dalle loro spalle molti
fardelli materiali che li priverebbero di tempo e di energie
necessarie per le anime.
E'
prezioso l'aiuto di preghiera. e di sacrificio che le Figlie,
ogni giorno, offrono al Padre, perché li guardi dai mille pericoli
del mondo perverso e pervertitore.
Qui
le Figlie della Piccola Opera vogliono dire il loro grazie RICONOSCENTE
a Maria Santissima e allo Spirito Santo, per avere loro data la luce
necessaria per comprendere la preziosità del loro ideale e la
forza di abbandonare tutto per seguirlo.
Giovani, se il Signore vi fa sentire questa vocazione, non state tanto
a pensarci: venite!
Se
fossimo un numero maggiore quanti più Sacerdoti potremmo aiutare!
Giovani pensateci!
(dal periodico della P.O.R.A. – n. 1 – 1964)
Le nostre fonti
Mons. Luigi Recagno
FATE A GARA NEL PRATICARE I CARISMI MIGLIORI
Lettera scritta da Mons. Recagno (durante le sue ferie) alle Figlie
della PORA a Perletto.
Cividale, 25 luglio 1969
Avrei
voluto scrivere subito al nostro arrivo a Cividale, per un debito
di tanta riconoscenza perché sono convinto che il mio potermi riposare
è il frutto del vostro quotidiano e incessante lavoro giacché il vostro
riposo è … lavorare perché gli altri, sacerdoti e seminaristi, si
riposino.
Cosa
volete, la vita è così! Anche per i tre astronauti che hanno volato
sulla luna, mentre due hanno avuto la gloria di mettere piede sulla
luna, il terzo, Collins, non ha avuto la “gloria”, perché ha dovuto
rimanere a bordo della nave-madre, per poter riagganciare il Lem che
doveva riportare sulla terra i due astronauti che avevano conquistato
la Luna.
Se
queste cose succedono tra coloro che camminano per conquistare la
luna (e cioè succede che uno si sacrifica per gli altri) vi stupite
che possano succedere tra coloro che camminano per conquistare il
Cielo… di Dio? E voi volete conquistare il Cielo assieme a tanti Sacerdoti.
…
Quest’anno il nostro programma è diverso dall’anno scorso…Forse perché
abbiamo tutti la fantasia piena del volo fino alla luna, ogni altra
meta sulla terra parrebbe una gita da bambini…, e allora, piuttosto
che fare gite da nulla, abbiamo deciso di starcene tranquilli. Invece
di puntare, come l’anno scorso sulle Dolomiti, su Venezia, su… abbiamo
pensato di puntare prevalentemente sul riposo, sul verde del parco
attorno alla casa, sull’aria fresca e sull’ombra…
Facciamo anche una cosa tanto bella, ci raccogliamo insieme, nel parco
tra il verde, ad ascoltare i dischi delle Lettere di san Paolo e delle
sette Lettere Cattoliche. Abbiamo già ascoltato la Lettera ai Romani
e le due Lettere ai Corinzi: che magnificenza ascoltare tutta di seguito
una delle lettere di S. Paolo! Anche perché la voce incisa sui dischi
è tanto, tanto bella. E di questo godimento spirituale siamo debitori
a suor Leida, la quale, mentre preparavo la valigia, ebbe la felice
idea di dirmi di portare con me il giradischi e i dischi della Bibbia.
Quella felice idea di suor Leida è stata più che una ispirazione divina,
è stata un carisma. Si parla tanto di carismi oggi e tanti se ne credono
in possesso. Suor Leida, senza saperlo, ha avuto questo carisma, così
ha fatto un bellissimo atto di carità e la carità non è, come dice
S.Paolo, il carisma migliore?
E
voi ve li sentite i carismi di Dio? Se scrivessi ad una , ad una,
oh! come mi sarebbe facile, facile e vero godimento spirituale, indicare
a ciascuna il carisma caratteristico avuto da Dio!
Per
M.T. (novizia), il carisma più bello non è forse la vocazione, cioè
quello di essere di aiuto spirituale e materiale ai sacerdoti? S.
Paolo dice che chi aiuta l’apostolo avrà la mercede dell’apostolo.
E per suor… aver ricevuto la delicatezza e l’invito continuo, impellente,
a far diventare delicata carità una qualità di natura, non è
un carisma prezioso che merita di essere vissuto con entusiasmo? E
per suor…avere la responsabilità…, cioè dover dimenticare continuamente
se stessa per pensare agli altri sempre e in tutto, non è un carisma
di Dio? Pensare agli altri, con responsabilità, non è il modo migliore
per pensare a se stessi, nel senso vero e cristiano? Abbiamo proprio
finito di ascoltare la seconda lettera di S. Paolo ai Corinzi, là
dove afferma di “spendere tutto se stesso” per le anime!
Coraggio! Come è bella la frase di S. Paolo che in latino suona così: “aemulamini
charismata meliora!” e che vuol dire: “fate a gara nel praticare i
carismi migliori” che si assommano nella Carità. E siccome tutto questo
è partito dai dischi della Bibbia, è venuta anche a me una ispirazione:
regalare i dischi della Bibbia alla Casa della Spezia e alla Casa
di Via Curtatone (per il Convitto bastano quelli che ho io), per il
Seminario.
Vorrei
che accettaste questo dono, più che come espressione della riconoscenza
di quello che fate per noi sacerdoti, ed è una riconoscenza immensa,
vivissima, vorrei che li accettaste come un augurio, come un desiderio
immenso che ho “che ogni figlia della P.O.R.A. trovi nella Parola
di Dio ogni conforto, ogni forza, ogni bene: vi trovi quasi una lettera
indirizzata tutta per lei dal Padre che è nei Cieli e che ci aspetta
nei Cieli”.
Quanto
vi benedico! Una per una.
Don
Recagno.
Testimonianze
ECCOMI
SIGNORE
Accolgo
volentieri
l'invito fattomi
dalla redazione, ed eccomi qua a scrivere
qualche riga sulla mia esperienza di
"chiamato"
o forse sarebbe meglio dire di "amato", si, perché prima di
essere un seminarista sono una persona, che
come voi, è
amata da Colui che è
l'
Amore infinito.
Mi chiamo Stefano Colombelli,
ho 26 anni e da circa tre anni ho iniziato il mio cammino di formazione
all'interno del Seminario Arcivescovile di Genova. Sicuramente ad
alcuni di voi lettori il mio cognome non suona nuovo, infatti sono
nipote di Suor Leida Colombelli, una delle prime suore della Piccola
Opera.
Ripensando alla zia mi
riaffiorano alla mente molti ricordi, primi fra tutti gli incontri
con lei al Convitto Ecclesiastico ove lei ha svolto gli ultimi anni
del suo servizio ecclesiale.
Dopo la sua morte non ero
più andato al Convitto Ecclesiastico, e in questi anni rientrarci
di nuovo, anche se in una "veste" nuova, cioè da seminarista, mi ha
emozionato molto.
Sono assolutamente sicuro
che dal cielo la zia
e il nonno abbiano guidato con
la loro intercessione tutti i miei
passi
e mi abbiano portato alla consapevolezza che forse il Signore
mi chiamava a seguirlo più da vicino.
In questi momenti molte
domande riecheggiavano nel mio
cuore, numerose le paure
e le incertezze sulla vita futura,
lasciavo una vita umanamente
realizzata,
ma il Signore mi ha preso subito in braccio e mi ha fatto camminare con Lui.
Non e stata affatto una scelta facile, è
lo Spirito Santo che mi ha dato
la forza di lasciare il
lavoro, di interrompere la relazione con una ragazza che ormai
durava da molti anni e di lanciarmi in questa "avventura".
Sono stato avvolto dall'amore infinito
del Padre, che prima di tutto mi chiamava
a un incontro con Lui che, come
per
Zaccheo, mi avrebbe cambiato la vita.
Mi sono messo in gioco, costantemente mi venivano in mente le parole
di Gesù "Chi vuol venire dietro a me
rinneghi se stesso, prenda la sua croce
e
mi segua": esse mi indicavano la strada
maestra da seguire.
Ho iniziato ad aumentare
i miei momenti di preghiera, ho cercato per quanto possibile di partecipare
alla S. Messa quotidianamente e ho intensificato gli incontri con
il direttore spirituale.
Quando
è arrivato il giorno dell'ingresso in seminario una strana calma era
dentro di me, le preoccupazioni e i timori dei giorni precedenti erano
sparite, sentivo dentro di me una grande spinta ed una particolare
serenità.
Mi sono immerso in una
comunità che persegue lo scopo di lasciarsi lavorare
dal Sommo Artista, ho lasciato il
mio
ambiente, le mie abitudini, le cose
che mi sono care non perché mi avessero
stufato, non
per fuggire
da una
realtà non congeniale ma piuttosto per prepararmi
a ritornare come persona "nuova".
Ho cercato di vivere l'atteggiamento di
Pietro, che sulle Parole di Gesù butta
le reti, perché se non mi fido di Lui di chi potrò fidarmi?
E' nell'incontro personale con Lui che il mio essere cambia perchè Egli
mi matura mentre mi attira a Sé.
Molto
belle sono le parole che il Santo Padre
ha
rivolto ai giovani e che ancor prima interrogano ogni seminarista:
"...E’ Lui
la vera risposta della vita che cercate... cercatelo
senza stancarvi, accoglietelo senza riserve, amatelo senza sosta: oggi,
domani, sempre".
Tante volte mi capita di sentirmi
inadeguato, penso che molte altre persone meglio di me potrebbero svolgere
il
ministero sacerdotale eppure Lui ha
scelto
me, con tutti i miei difetti; di
fronte
a così grande grazia non posso
far
altro che ringraziare ed impegnarmi affinché ogni giorno della mia
vita sia sempre di più una
lode a Dio.
Se dovessi sintetizzare il mio stato d'animo
dopo tre anni di cammino in seminario credo che userei la parola
gioia, sì perché seguire il Signore mi ha donato
una grandissima pace e serenità.
Prima di concludere con una preghiera a me molto cara, vorrei esprimere un sentito ringraziamento a tutte le suore della Piccola Opera per l'affetto
che da subito mi hanno dimostrato, per il loro ministero verso i sacerdoti e per
la loro incessante preghiera
al
Padre per la santificazione dei sacerdoti.
Sia il Signore a ricompensarle di tutto
ciò che fanno.
Un cordiale saluto.
Stefano Colombelli
PREGHIERA
Signore, stasera, sono solo.
A poco a poco i rumori della strada
si sono spenti,
le persone se ne sono andate
ed
io sono rientrato a casa
solo.
Ho incontrato la gente che tornava
dal lavoro,
ho urtato i bambini che giocavano
sul marciapiede.
Eccomi Signore.
E' duro amare tutti e non serbare
alcuno.
E' duro stringere una mano senza
volerla trattenere.
E' duro essere come gli altri, fra
gli altri.
E'
duro dare sempre senza cercare di
ricevere.
E' duro trascinare sempre gli altri
e non farsi trascinare.
E'
duro sostenere i deboli senza potersi appoggiare ad un forte.
Solo davanti al mondo.
Solo davanti alla sofferenza.
Solo davanti ai problemi.
Figliuolo, non sei solo.
Io
sono con te. Sono te.
Perché avevo bisogno di una umanità
in
più
per continuare la mia opera
dall'eternità ti ho scelto.
Ho bisogno di te.
Ho bisogno delle tue labbra per
continuare a parlare.
Ho bisogno del tuo corpo per continuare
a soffrire.
Ho bisogno del tuo cuore per continuare
ad amare.
Resta con Me
figlio
mio.
Eccomi Signore.
Ecco il mio corpo, ecco il mio
cuore, ecco la mia anima.
Concedimi d'essere tanto grande
da raggiungere il mondo,
tanto forte da poterlo portare
tanto puro da abbracciarlo senza
volerlo tenere.
Concedimi di essere terreno di
incontro,
strada che non ferma a
sé,
ma porta
a Te.
Signore, stasera, ti ripeto il mio
sì,
non in una risata, ma lentamente,
umilmente,
solo, o Signore, davanti a te
nella
pace della sera.
Michel Quoist
Testimonianze
I SEMINARISTI ALLA
PREGHIERA PER GLI ORDINANDI
Riportiamo la riflessione di Paolo, Seminarista, dopo la partecipazione
al tradizionale “triduo” della P.O.R.A. in preparazione alle Ordinazioni
sacerdotali. E’ stata una gioia per tutte vedere, nella sera
di giovedì 27 maggio, tutti i Seminaristi nella Chiesa di santa Marta,
a pregare con noi. E, naturalmente, è stato anche uno stimolo maggiore
ad accompagnarli con la nostra preghiera e la nostra offerta, insieme
ai loro compagni di cammino che, per Pentecoste, sono stati ordinati
Sacerdoti.
E’ giovedì, 27 maggio 2004. Fra tre giorni, nella diocesi di Genova
succederà qualcosa di grandioso. Come ogni anno, a Pentecoste, in
cattedrale, ci sarà un “matrimonio”! Che meraviglia… Ogni anno si
celebrano “matrimoni” nel giorno dedicato allo Spirito Santo. Lo Sposo,
però, è sempre lo stesso: il Signore Gesù Cristo. Quest’anno, a sposarsi
con Gesù, saranno in cinque: don Germano, don Lorenzo, don Rosario,
don Vincenzo e fra Luca. Ognuno di loro risponderà alla chiamata che
da tempo il Signore fa “pulsare” nel loro cuore: “Alzati, amica mia,
mia tutta bella, e vieni!”. Ognuno di loro dirà quell’“Eccomi!” immenso
che permette al Signore Gesù di fare grandi cose in chi si abbandona
a Lui.
Come
prepararci a un momento così grande? Le suore della P.O.R.A. hanno
pensato al dono più importante che si può fare a chi sta per consacrarsi
totalmente e per sempre a Dio: la preghiera! Hanno così organizzato,
nella chiesa di Santa Marta, un incontro di adorazione guidata. C’eravamo
anche noi seminaristi. Lo scopo era davvero grande: pregare insieme
per questi cinque fratelli che, la domenica seguente, sarebbero stati
ordinati sacerdoti.
Questa
iniziativa così semplice e bella ha visto la partecipazione di un
buon numero di persone, che con raccoglimento e amore si sono inginocchiate
davanti a Gesù Eucaristia, nostra pienezza e nostra vita.
Cosa
chiederTi, Signore, in un momento così grande per i nostri 5 fratelli
e per noi? Ognuno di noi avrà formulato, nel silenzio del proprio
cuore, le richieste e i “grazie” che il Tuo Spirito Santo avrà ispirato.
Sono
momenti, questi, davvero ecclesiali, belli, puri, semplici, in cui
ci si raduna nella preghiera, nel canto e nel silenzio, in ascolto
della Parola di Dio.
Insieme
abbiamo invocato il Tuo nome, Gesù, fiduciosi che sei Tu la “bellezza
che salva il mondo”. Il Papa, all’inizio del nuovo millennio, ha invitato
tutti a “ripartire da Cristo”. Cantare il Tuo nome, Signore, mentre
si è inginocchiati davanti a Te, purifica, aiuta, plasma il cuore,
ci fa Chiesa e ci fa fratelli, figli di Dio, templi dello Spirito.
“Ripartire da Cristo” è ripartire dall’Essenziale, è dirti: Gesù,
prendili, amali, sposali, riempili di Te, consacrali, guidali nella
Tua Verità e istruiscili, perché sei Tu il Dio che salva; in Te hanno
sempre sperato… Manda il tuo Spirito di fuoco nel loro cuore, sii
la loro gioia, la loro forza, la loro voce, il loro canto, il loro
amore!
Chissà
quante di queste invocazioni sono sgorgate dal cuore di ognuno di
noi durante quell’adorazione, e nei giorni prima, durante e dopo queste
Ordinazioni sacerdotali…In
ginocchio nella chiesa di Santa Marta abbiamo cantato che nulla mai
potrà separarci da Te, Signore, e che solo in Te riposa la nostra
anima. Cantare a Te, e pregarTi per questi 5 fratelli, è un seme di
comunione limpido che porterà frutto sicuramente, perché Tu hai promesso
che a chi chiede, sarà dato. Tu hai detto che tutto ciò che chiederemo
al Padre nel Tuo nome, lo concederai. E noi abbiamo chiesto, nel Tuo
nome, e chiediamo, che il Tuo Spirito Santo abiti per sempre nel cuore
di don Germano, don Lorenzo, don Vincenzo, don Rosario e fra Luca,
e ne sia l’unico Signore e Sposo. Amen!
Uno
dei brani che abbiamo meditato era l’inno alla Carità, di San Paolo.
Come non parlare, infatti, dell’Amore, quando siamo di fronte a un
matrimonio così grande?
Padre,
nel nome di Gesù, porta a compimento, secondo la Tua volontà, l’opera
bellissima che hai iniziato in questi cinque ragazzi.
Paolo Pero
Testimonianze
dal
"Settimanale Cattolico" di Genova
PRETI NOVELLI
Don Rosario Fazio
Vorrei
raccontarvi brevemente la mia storia, la mia vocazione, il mio percorso
nella fede. Premetto subito che nel parlare della vocazione mi accorgo,
ancora di più, che essa è un dono, qualcosa dunque che non è dovuto
e il Vangelo ce lo ricorda: "Nessuno può venire a me, se non lo attira
il Padre che mi ha mandato"(Gv6,44). Innanzitutto mi chiamo Rosario
Fazio, ho 27 anni, sono della parrocchia di S. Fede in corso Sardegna.
Provengo da una famiglia numerosa e ho trascorso l'ultimo anno di
asilo e gli anni della scuola elementare dalle suore della Misericordia
nella Casa Bimbi a Carignano dove ho passato un periodo sereno. Devo
molto alle suore per la mia crescita iniziale nella fede. L'inizio
della mia adolescenza invece l'ho trascorsa dai padri Pavoniani, presso
l'Istituto Fassicomo, dove sono stato indirizzato verso la vita nella
società, verso il lavoro. Ho lavorato, infatti, cinque anni come stampatore.
In questo periodo è iniziata la faticosa maturazione verso una fede
sempre più cosciente. Lentamente, infatti, mi sono allontanato dalla
fede, o dall'idea forse che avevo di Dio. Periodo adolescenziale di
riflessione, ma anche occasione grande di maturazione, inserita certo
nel disegno provvidenziale di Dio. In me cresceva, infatti, la ricerca
di un qualcosa che sentivo mancante e che non avevo chiaro. Decisi
di riavvicinarmi alla fede frequentando per tre anni il movimento
neocatecumenale. Avvertivo più intensa quella ricerca e senza un disegno
preciso andai da un sacerdote della parrocchia dove abitavo che iniziò
con me un cammino di ricerca. Volevo scoprire se il sacerdozio era
la mia strada per poter, con più serenità, affrontarne altrimenti
un'altra. Durante quel cammino mi disse una frase che ancora oggi
mi è rimasta molto impressa: "per seguire il Signore bisogna amarlo".
Fu per me una rivelazione perché compresi interiormente di non sapere
amare Dio. Ero contento perché pensavo di aver risolto un dubbio che
avevo e continuai la mia vita, il mio lavoro. Passato però un anno
questo desiderio, questa ricerca in me si faceva sempre più forte.
Tornai dal quel sacerdote, continuando il cammino intrapreso precedentemente,
e dopo vari mesi decisi di seguire il Signore più da vicino incamminandomi
lungo la via del seminario. Ora sono passati sette anni da quando
sono entrato. L'esperienza del seminario è stata per me molto decisiva
e costruttiva. Da cercatore mi sono ritrovato ad essere cercato e,
ancor di più, amato dal Signore; è il Signore Gesù che chiama: "Non
voi avete scelto me, ma io ho scelto voi" (Gv15,16). In questi anni
di seminario, con l'accompagnamento dei superiori, la preparazione
dello studio teologico, la preparazione con la vita di preghiera,
la liturgia, i momenti di gioco, i momenti di servizio, lo studio
della musica sacra, il fondamentale accompagnamento con il padre spirituale…
hanno fatto maturare la mia iniziale chiamata. Ecco allora i bellissimi
ed impegnativi momenti che hanno preceduto il presbiterato: l'ammissione
agli ordini sacri, dove la Chiesa riconosce la chiamata del Signore;
il ministero del lettorato dove ci si avvicina umilmente al mistero
di Cristo nella Parola di Dio per contemplarla e cercare di calarla
nel proprio vissuto; il ministero dell'accolitato dove ci si avvicina
al mistero eucaristico divenendo anche ministri straordinari della
comunione, infine con l'ordinazione diaconale dove si è unti al Signore
e si inizia a vivere la missione di Cristo che si fa umile servo.
Mi ora alle vostre preghiere per il mio servizio nella Chiesa come
sacerdote! Grazie!
******
Don
Germano Andriani
Non
è facile scrivere qualcosa sulla propria ordinazione presbiterale
quando ormai mancano pochi giorni ad essa. Doverlo fare in maniera
teorica, quando essa è temporalmente lontana è molto più semplice.
Perché sono tanti i sentimenti che provo all'avvicinarsi di questo
momento così importante nella mia vita. Vi è gratitudine verso il
Signore per questo grande dono che mi ha voluto fare. Avendo presente
i miei limiti, le mie incapacità mi rendo conto di quanto sia necessario
per un presbitero rimanere saldamente unito a Cristo. Ma c'è anche
gratitudine per tutti coloro che, in maniera differente, mi hanno
accompagnato durante questi anni della formazione. Penso ai miei genitori
che con estrema discrezione, come solo chi ama davvero sa fare, mi
hanno sostenuto e incoraggiato. Ricordo ancora all'inizio del mio
cammino, circa sei anni fa, il perentorio invito di mio padre: "Fai
le cose seriamente, come vanno fatte!". Penso alla mia comunità parrocchiale,
del SS. Sacramento, che incontravo ogni fine settimana, che s'informava,
chiedeva, rincuorava. Oppure i tanti amici, conosciuti nei modi più
diversi durante gli anni precedenti, che avevano mille domande da
porre sul cammino che stavo compiendo in seminario. Un grazie, immenso,
va anche alle comunità che quest'anno mi hanno accolto come diacono:
Bogliasco, Pieve Ligure e Sori. In esse ho avuto la grazia di incontrare
giovani e adulti dal cuore grande. Mi hanno accompagnato in quest'anno
con delicatezza e discrezione. Mi hanno incoraggiato e sostenuto in
questi miei primi passi "sul campo". Hanno saputo prevenire e risolvere
tanti miei problemi. Se posso affermare che è stato un anno molto
positivo il merito è del Signore e loro. C'è gratitudine, ovviamente,
verso il seminario. Una comunità di ragazzi che si interroga sul progetto
che Dio ha per ognuno di noi. Una comunità con luci ed ombre come
è ogni comunità. Una volta il Card. Tettamanzi disse che esiste una
sola comunità perfetta: la Trinità! Vi è certamente timore. Dopo un
anno di servizio come diacono, mi sono reso conto di quanti e quali
domande vengono poste a un sacerdote. Quante persone si rivolgono
ai sacerdoti per avere consiglio, aiuto, sostegno. Il sacerdote deve
saper essere padre, fratello, figlio. Quanti giovani cercano le risposte
alle loro domande della vita, cercano appoggio, incoraggiamento. Quante
persone anziane hanno bisogno di parole di conforto, di attenzione
di qualcuno che le consideri ancora utili in una società che con troppa
fretta e facilità mette da parte chi non considera più tale. Vi è
anche molta fiducia. I motivi elencati sopra fanno certamente tremare
i polsi, ma ho la certezza che il Signore che mi ha fatto questo dono
non mi lascerà mai solo. Sarò io sicuramente a scordarmi ogni tanto
di Lui. In questi mesi ho avuto la grazia di leggere un libro di mons.
Comastri, Arcivescovo di Loreto, in esso raccontava di aver chiesto,
nel giorno dell'ordinazione sacerdotale, di poter sempre essere c
o m e l ' a s i n e l l o che aveva portato Gesù in Gerusalemme nel
giorno delle Palme. Già compito e missione di un prete non è portare
se stessi ma portare il Signore della Vita: Gesù. È solo Lui che salva,
noi non salviamo proprio nessuno. È solo Lui che guarisce le ferite
dell'uomo, di ogni uomo. È solo lui la Via per giungere al Padre.
È solo Lui la Verità che ci rende liberi! E allora, chi di voi verrà
in cattedrale domenica 30 maggio alle ore 16, alla celebrazione eucaristica
per le ordinazioni sacerdotali, può essere sicuro che sarà proprio
questa la preghiera che io eleverò al Signore: concedimi la grazia
di essere sempre il tuo asinello! Ed è questo che vi invito a chiedere
per me al Signore!
******
Lorenzo
Nanni
Sono
Lorenzo Nanni, sono nato il 12 maggio 1968, sono stato inviato dal
vescovo nella parrocchia di San Siro di Struppa come diacono e sono
davvero felice di poter donare tutta la mia vita al Signore ricevendo
il dono del presbiterato, per essere a mia volta dono per i miei fratelli.
Provengo dalla parrocchia di San Paolo, la più vicina al seminario,
e ho cominciato a frequentare i gruppi parrocchiali di Azione Cattolica
in terza media. Cerco di portare sempre nel mio cuore tutti i volti
di tutte le persone che ho incontrato nel mio cammino di uomo, seminarista
e di diacono. Da quando sono in seminario, ho scoperto l'importanza
di pregare per tutte le persone che mi sono e che mi saranno affidate
nel futuro. In questi ultimi anni di crescita nel Signore e di discernimento,
ho imparato ad amare questo Dio così grande e di capire finalmente
che cosa vuole da me: tutto il mio tempo, tutto il mio essere, tutto
il mio corpo, le mie mani, i miei occhi, la mia voglia di ridere e
scherzare, le mie energie, il mio affetto, i miei titoli di studio,
la mia casa… Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;
mi hai fatto forza e hai prevalso. Il Signore ha contribuito a sciogliere
le mie resistenze, con il suo amore di Padre ha scaldato il mio cuore
e ha sciolto il gelo delle mie paure. Così il 30 maggio sarò ordinato
prete. E potrò servire ancora di più la Chiesa, e i miei fratelli.
-per sempre-. So benissimo che da solo non ce la posso fare perché
è davvero qualcosa di più grande di me e per questo invoco l'aiuto
del Signore che mi sostenga in ogni momento, che mi dia la forza di
essere un annunciatore fedele e credibile del Suo Vangelo. Chiedo
ancora il sostegno di Maria perché aiuti il mio cuore ad essere docile
allo Spirito.
******
Don Vincenzo Ricciardi
Un
cordiale saluto a tutti i lettori del Settimanale Cattolico. Mi presento:
sono don Vincenzo Ricciardi, un diacono del nostro seminario diocesano,
ho ventiquattro anni e sono entusiasta della risposta che ho dato
al Signore di seguirlo sulla via della totale consacrazione a lui.
Il motivo di queste righe è noto: domenica di Pentecoste, 30 maggio,
riceverò il sacramento dell'Ordine sacro, e così diventerò prete…
potrò celebrare la Messa, confessare, portare sollievo ai malati,
in poche parole il Signore mi mette davanti una via precisa attraverso
la quale mi vuole santo, come del resto vuole ogni cristiano. Dal
quel giorno si aprirà per me una nuova pagina di vita da scrivere,
poiché questo non è certamente il coronamento di un sogno, ma una
risposta "obbediente e coraggiosa" al Signore della mia vita, che
desidera per me il Bene. Questa risposta che mi rende felice si è
tradotta in tanti "eccomi", a partire da quando a tredici anni ho
lasciato la mia famiglia per entrare in Seminario al Chiappato fino
all' "Eccomi" che dirò domenica e continuerò a dire ogni giorno che
il Signore vorrà donarmi. Mi affido alle preghiere di tutti voi, che
saranno sicuramente generose e gradite a Dio per intercessione di
Maria. La Chiesa siamo tutti noi, e per voi io mi consacro al Signore,
volendo dire ai giovani che è bello sentirsi Chiesa anche in questo
modo.
Decennio
10°
anniversario della Piccola Opera Regina Apostolorum
Una grazia per il presbiterio diocesano
di
Mons. Guido Marini
Quando
dieci anni fa il Cardinale Giovanni Canestri, allora Arcivescovo di
Genova, eresse la Pia Unione della Piccola Opera Regina Apostolorum
(P.O.R.A.) a Istituto di Vita Consacrata di diritto diocesano,
la gioia e la soddisfazione fu unanime. Ma è certo che una particolare
soddisfazione fu presente nel cuore dei sacerdoti della Diocesi, che
da sempre hanno visto nelle Suore della P.O.R.A. una vera e propria
risorsa per la loro vita e il loro ministero.
E’
pressoché noto a tutti che queste religiose svolgono una parte significativa
del servizio all’interno del Convitto Ecclesiastico, la casa che accoglie
soprattutto sacerdoti anziani e malati. La cura e la delicatezza materna
con le quali accompagnano il momento delicato della sofferenza e della
solitudine di tanti di noi sono esemplari e commuovono. Anche perché
rimandano alla presenza evangelica di Maria accanto al Signore Gesù,
sempre e in modo particolare al momento della sua Passione e Morte.
Ma
non sarebbe esatto ritenere esaurito il compito della Piccola Opera
nell’accompagnamento silenzioso e premuroso dei sacerdoti anziani
e malati. Il carisma proprio di questo Istituto di Vita Consacrata
ha portato le religiose a farsi compagne di viaggio nel cammino spirituale
di tanti sacerdoti, giovani e meno giovani: con la preghiera quotidiana,
l’offerta generosa della propria vita non escluso il sacrificio, la
presenza discreta e attenta, il consiglio prudente e saggio, l’aiuto
nel momento del disagio, lo stimolo alla santità. Se risulta più facile
raccontare la storia di tanti sacerdoti sostenuti al tramonto della
loro vita e aiutati durante l’esperienza della malattia, più difficile
è entrare nel silenzio e nel mistero del cuore di tanti, tantissimi
sacerdoti che dalle Suore della Piccola Opera hanno ricevuto conforto
e sostegno spirituale.
Non
è questo il luogo nel quale elencare le numerose attività svolte con
sollecitudine dalla Suore della P.O.R.A. Ma vale la pena ricordare
una nuova forma di vicinanza al presbiterio diocesano che è stata
avviata da qualche tempo: quella della fraternità sacerdotale. La
Piccola Opera, infatti, non ha dato vita soltanto a una fraternità
di laici che, condividendo il suo carisma, in diversi modi collaborano
nel servizio ai sacerdoti. Le Suore hanno desiderato che prendesse
forma anche una piccola fraternità di sacerdoti, aperta a tutto il
presbiterio diocesano, nella quale fosse possibile vivere periodicamente
momenti di spiritualità, di amicizia, di condivisione, contribuendo
così alla comunione presbiterale. Si tratta di un’intuizione molto
bella, che ha preso forma nel silenzio e nella discrezione, come è
nello stile della Piccola Opera.
Vale
la pena anche ricordare la presenza delle Suore nella casa arcivescovile.
Il nostro Arcivescovo, infatti, dopo alcuni mesi di ministero in Diocesi,
si è rivolto alla Piccola Opera richiedendo alcune Religiose che lo
aiutassero nelle necessità della vita quotidiana in Episcopio. In
questo modo le “nostre” Suore hanno ricevuto un riconoscimento significativo
e meritato, che per tutti noi sacerdoti genovesi è stato ed è motivo
di grande gioia.
Forse
non tutti sanno che la giornata della Suore della P.O.R.A., in ogni
loro casa, inizia al mattino presto con una preghiera di offerta della
propria vita a favore di tutti i sacerdoti. Per un presbitero partecipare
a questo momento, semplice e intenso, è motivo di sincera commozione:
anche al pensiero che ogni giorno, al proprio impegnativo ministero
fa da sfondo questa preghiera di donne che sono per lui allo stesso
tempo sorelle, madri e figlie nella via dello spirito. In quel momento
di preghiera mattutina tutte alzano le braccia verso il cielo e dalle
loro labbra escono le parole della preghiera innamorata di Dio e dei
suoi ministri. Grazie, Suore della Piccola Opera! Grazie a Dio per
il dono di voi alla Chiesa che è in Genova!
Decennio
dal "Settimanale Cattolico" di Genova
P.O.R.A.
DA DIECI ANNI “CONGREGAZIONE”. PRESENTI I CARDINALI CANESTRI E BERTONE
Quelle SuorE così preziose!
di Giuseppe Parodi
In S. Marta, alla
gioia delle suore, si sono uniti il vescovo Mons. Canessa, molti sacerdoti
e laici
Il
decimo anniversario dell'erezione della Piccola Opera Regina Apostolorum
in Congregazione di Diritto Diocesano (di cui si è ampiamente scritto
nel numero scorso) è stato sottolineato con particolare solennità, non tanto per voler
dare a questa ricorrenza una impronta trionfalista ma piuttosto per
ringraziare il Signore di questa pietra miliare nella storia di una
entità che, già presente nella nostra Arcidiocesi fin dal 1948, ha
potuto ripartire per nuovi traguardi con una veste indubbiamente più
importante (giacché le sue componenti sono, da quel momento, diventate
religiose professe a tutti gli effetti) ma, nello stesso tempo, più
impegnativa sotto il profilo spirituale.
Per
questa somma di motivi la Congregazione ha voluto evidenziare l'anniversario
rendendo grazie a Dio per quanto ha voluto operare attraverso di loro
e con loro, rivivendo quella storica data con il Pastore che era in
quell'anno alla guida della comunità diocesana e che è stato l'artefice
di tale crescita, così come ha voluto avere vicini sia colui che fu
il principale collaboratore dell'Arcivescovo e il suo attuale successore
sulla Cattedra di S. Siro.
Come
si sa, il Card. Canestri, pur essendo rimasto molto legato a Genova,
sua ultima sede pastorale, non viene spesso nella nostra città, avendo
scelto di vivere il suo ruolo di "Arcivescovo emerito" con grande
signorilità e discrezione: l'averlo avuto a Genova in questa speciale
circostanza ha costituito un motivo di grande gioia per tutti; egualmente
gradita la presenza del Vescovo di Tortona Mons. Canessa, che era
Ausiliare e Vicario Generale nel 1994 e che, quindi, ha seguito in
prima persona tutto l'iter procedurale riguardante la "promozione"della
P.O.R.A. nel contesto ecclesiale diocesano; non poteva mancare il
Card. Bertone, che ha dimostrato, fin dal momento del suo arrivo in
città, una particolare simpatia per questa Congregazione e, constatata
la sua operosità, non ha esitato ad affidarle la gestione della casa
arcivescovile.
L'Arcivescovo emerito ha pertanto presieduto la solenne concelebrazione
di ringraziamento, cui hanno partecipato, con Mons. Canessa, un folto
gruppo di Sacerdoti, a testimonianza della stima che la Congregazione
gode presso il Presbiterio diocesano.
All'inizio della funzione Mons. Guido Marini, in un breve intervento, ha
sintetizzato l'importanza che le religiose della P.O.R.A. rivestono
per l'Arcidiocesi, elogiandone lo spirito di servizio, quel servizio
che ormai da 56 anni essa beneficia nelle persone dei suoi Sacerdoti,
in particolare modo presso il Convitto Ecclesiastico, dove risiedano
coloro i quali che, più di altri, necessitano di assistenza e di cure
particolari, nonché di speciali attenzioni.
L'omelia del Card, Canestri è stata incentrata sul sacerdozio.
Attingendo anche a ricordi di carattere personale, ha messo in rilievo
come, fin dai tempi di Gesù, vi siano state donne che, seppur in forma
riservata e, comunque, non da protagonista, abbiano svolto un compito
importante nell'assistere e sostenere chi era destinato all'evangelizzazione;
oggi tale incarico è svolto, per quanto possibile, dai familiari dei
sacerdoti (in massima parte madri e sorelle), ma, quando ciò non è
possibile, le figure di queste religiose, che si sono appunto fatte
carico di ciò, appare come un servizio essenziale, talché esse si
con figurano, come ha efficacemente scritto su queste colonne Mons.
Marini, "una grazia per il clero diocesano".
In
chiusura, la Superiora Generale della Congregazione, Suor Maria Giuseppina
Valmori, ha espresso, anche a nome delle consorelle, la sua gratitudine
ai presuli e ai sacerdoti che hanno voluto condividere con loro questa
giornata di spirituale letizia.
Decennio
dal "Settimanale Cattolico" di Genova
Nel cuore della
Chiesa “per loro”
di
Suor Paola Barenco
L’11
Marzo alle ore 16, nella Chiesa di Santa Marta, la Piccola Opera
Regina Apostolorum celebra i 10 anni come Congregazione religiosa,
col Cardinale Giovanni Canestri e col nostro Arcivescovo Cardinale
Tarcisio Bertone.
Con
gioia la Piccola Opera Regina Apostolorum celebra quest’anno
il decennio di erezione a Congregazione religiosa di Diritto diocesano.
Noi
tutte sentiamo una grande riconoscenza al Signore e alla Chiesa
che, nella persona del Cardinale Giovanni Canestri, il 2 Febbraio
1994, ha voluto dare la sua conferma all’ispirazione dei Fondatori,
riconoscendolo come dono dello Spirito a favore di tutta la Chiesa.
Infatti
qui noi scopriamo il percorso che il Signore ha scelto per la nostra
santificazione e per un servizio efficace nella Chiesa: nel “per loro
io consacro me stesso” ( Gv.17, 19).
Queste
parole che Gesù ha pronunciato nella cosiddetta “preghiera sacerdotale”
, nell’intimità della comunità apostolica, la sera del Giovedì Santo,
sono quel programma di vita al quale il Signore ci ha chiamate affinché
cerchiamo di realizzarlo nella quotidianità in una offerta di noi
stesse sempre più generoso “per i Sacerdoti”.
Infatti
la Piccola Opera è chiamata a vivere ed operare per i sacerdoti. Questo,
però, richiede che ognuna di noi viva in profonda comunione col Signore
Gesù, per coglierne i sentimenti di amore, compassione e sollecitudine
verso i suoi discepoli.
Così ci descrivono le nostre Costituzioni:
Le Figlie di Maria Regina Apostolorum sono chiamate, nella
Chiesa, all'offerta incessante della loro vita per la santificazione
dei Sacerdoti. In unione a Maria si impegnano ad imitarla vergine,
sposa e madre, in un dono esclusivo ed incondizionato a Colui che
le ha chiamate.
Consapevoli
della preziosità del dono ricevuto, desiderano approfondire la
conoscenza e l'intimità col Cristo, Sposo che riconoscono e servono
presente nei Suoi Sacerdoti.
Le Figlie di Maria
Regina Apostolorum si propongono di vivere, quale loro programma di
vita, le parole del Maestro: "... e per loro io consacro me stesso"
. La loro consacrazione religiosa offerta a gloria del Padre è "per
loro", i Sacerdoti. Vivranno questo impegno momento per momento e
fin dal mattino tutto è offerto "per loro". Alla scuola di Maria,
che ha accolto come figlio Giovanni, il discepolo amato da Gesù, imparano
ad accogliere tutti i Sacerdoti. Chiamate ad esercitare una fecondità
ed una maternità sul piano spirituale, chiedono a Maria, ogni mattino,
il dono della fede, della delicatezza, della "tenera ansia del suo
cuore per poter prevenire ogni pericolo ed allontanare ogni inciampo
dal loro cammino", il suo spirito di prudenza per un servizio sereno,
silenzioso e discreto. Il tutto animato da quella carità che portò
Maria sotto la Croce e successivamente nel Cenacolo.
Le Suore della Piccola
Opera, coscienti che la missione loro affidata è superiore alle capacità
umane, desiderano ardentemente crescere nell'umiltà per poter vivere
sempre più conformemente a Gesù, mite ed umile di cuore, ed a Maria,
umile serva del Signore.
Esse si sentono
"nel cuore della Chiesa", perché chiamate a sostenere e servire coloro
che, in modo particolare, sono stati scelti ed inviati a perpetuare
la presenza del Cristo nel mondo: i Sacerdoti. "Come il Padre ha mandato
me, anch'io mando Voi"; "Lo Spirito Santo scenderà su di voi ... mi
sarete testimoni fino agli estremi confini della terra".
La nostra storia, evidentemente, comincia da più lontano,
nel 1948, quando la Fondatrice, Suor Ada Taschera, aiutata da Mons.
Luigi Recagno, Sacerdote di Genova, poi Vicario generale, e incoraggiata
da Mons. Vailati, di Tortona, poi Vescovo di Manfredonia, inizia questa
avventura con le prime Sorelle, confidando unicamente in Dio che
porta a compimento quello che suscita nei cuori. E veramente la Provvidenza
è stata la protagonista della nostra storia, Colei che più volte abbiamo
visto all’opera, nel condurre gli avvenimenti, passo passo!
Siamo
grate ai Pastori della Chiesa che, nella nostra storia, ci hanno incoraggiate
e accompagnate: Il Cardinale Giuseppe Siri, che ha accolto la Comunità
nascente, il Cardinale Giovanni Canestri che, con fiducia, ha eretto
la Piccola Opera a Congregazione religiosa, il Cardinale Tarcisio
Bertone che ha accolto una nostra Comunità nella Sua Casa.
In
tutti questi anni il Signore, anche attraverso le vicende e le richieste
concrete del presente, ci ha indicato strade consuete e nuove nel
servizio ai Sacerdoti, tanto che oggi operiamo, pur essendo una “piccola
opera”, in diversi campi di aiuto e si apostolato.
Decennio
il saluto ed il ringraziamento
ai Vescovi, ai Sacerdoti ed ai fedeli presenti
di Suor Maria Giuseppina Valmori, Madre Generale
Eminenze carissime, Reverendo Mons. Canessa, cari Sacerdoti, religiose,
religiosi, amici e collaboratori, GRAZIE PER LA VOSTRA PARTECIPAZIONE!
Desidero esprimere, a nome di tutte le Sorelle, Suore e Oblate della Piccola
Opera Regina Apostolorum, il mio grazie a Dio per il dono della nostra
vocazione: essere chiamate a vivere “ per loro”, i sacerdoti, in quella
stessa sollecitudine ed amore del Signore Gesù come esprime lui stesso
nella sera del giovedì santo, è per noi il dono più bello e più grande;
offrire la nostra vita per la loro santificazione e la loro missione,
pur nella nostra umanità, è stimolo e forza ad essere sempre più docili
e fedeli all’amore del Signore che ci chiama.
Sentiamo forte ed efficace l’esempio dei nostri Fondatori, Suor Ada Taschera,
Mons. Recagno e Mons. Vailati. La loro santità di vita ci ha insegnato
che il Signore è capace di compiere cose grandi a chi si affida a
Lui con fiducia.
Ringrazio per il dono di questo decennio che, per quanto non sia uno spazio
di tempo particolarmente lungo, per noi ha il grande significato del
cammino che siamo state guidate a compiere nella certezza dell’essere
Chiesa e del sentirci Chiesa
Ringrazio Le Eminenze Reverendissime Card. Canestri, che con lungimiranza
e amore al Sacerdozio ha voluto erigere la nostra Comunità a Congregazione
religiosa con il dono della Professione perpetua e il nostro Cardinale
Arcivescovo per la fiducia e la paternità che ci dimostra. Ringrazio
anche Lei Ecc.za Rev.ma Mons. Canessa, che, nel tempo in cui è stato
Vescovo ausiliare di Genova ci ha sostenute, aiutate, incoraggiate
nel cammino. Per noi della P.O.R.A. la presenza e la vicinanza
dei Vescovi ci ricorda l’amore e la sollecitudine dei nostri Pastori,
in quanto la nostra identità di congregazione trova una fisionomia
particolare nell’essere a servizio della chiesa locale.
Ringrazio voi, cari Sacerdoti, perché la vostra presenza ci fa sentire
ancora più bella la nostra vocazione ed il vedervi ci dona quella
gioia e quella forza per un dono sempre più generoso.
Un
grazie particolare a Mons. Franco Ricciardi che, a La Spezia, ha seguito
la nostra Comunità fin dalle origini e a Mons. Guido Marini per l’aiuto
spirituale che oggi dà alla Comunità di Genova. Un grazie a
tutti i Sacerdoti che hanno accompagnato in questi anni il cammino
della Congregazione.
Ringrazio tutti voi, amici e collaboratori della Piccola Opera, laici
della Fraternità della P.O.R.A. e tutti quanti siete convenuti. Davvero
sentiamo la grandezza della Chiesa e ci sentiamo fratelli, con uno
stesso Padre, e uniti nel comune ideale di pregare per i sacerdoti
e collaborare con loro in uno spirito di reale comunione.
Insieme, tutti quanti, ci facciamo grazie al Signore e gli chiediamo di
renderci strumenti docili nelle sua mani affinché venga il suo regno
di amore e di pace.
Termino
con una preghiera che abbiamo composto per questa occasione:
Signore Gesù,
noi tutte ti ringraziamo
per il dono della nostra vocazione: servire Te nei tuoi Sacerdoti!
Con stupore contempliamo
il mistero della tua chiamata e con tutto il cuore desideriamo aderirvi
sempre più.
Rendici generose
nel dono di noi stesse, attente a quanto tu ci chiedi giorno per giorno,
in un servizio sempre più attento e creativo verso i Sacerdoti ai
quali ci mandi.
Ti ringraziamo per
l’esempio dei nostri Fondatori e perché la tua Chiesa ha accolto e
sostenuto la loro ispirazione e docilità allo Spirito.
Siamo certe che
non lascerai mancare il dono di nuove vocazioni e ancora susciterai
nei cuori il desiderio di una consacrazione “per loro”.
Fa’ che non venga
mai meno, in noi, la fedeltà al carisma originario affinché possiamo
viverlo come sempre nuovo nell’oggi e nell’attenzione alle istanze
del presente.
Nel Cuore di Maria,
tua Madre, Regina degli Apostoli e Madre di ogni Sacerdote, deponiamo
la nostra preghiera. Lei, che ha accolto nel Suo grembo Te,
Eterno Sacerdote, conformi il nostro cuore al Suo e renda la nostra
Piccola Opera feconda per ogni Sacerdote e per tutta la Chiesa.
Prego per i Sacerdoti
Signore Gesù,
ti ringrazio e ti adoro nel dono
del Sacerdozio che oggi vive nei tuoi Sacerdoti.
Attraverso di essi tu porti la
tua stessa presenza che è pace, amore, perdono, consolazione, guarigione
del cuore, gioia profonda, salvezza…
Ti ringrazio perché, per renderti
presente,hai scelto e chiamato uomini fra noi, per
insegnarci, ancora una volta, la gratuità del tuo amore.
Ti prego per i miei fratelli
Sacerdoti: per quelli che conosco e per quelli che non conosco e che
hanno bisogno di essere sostenuti, consolati, ricordati...Siano strumento
di Te, nella memoria riconoscente della chiamata che li rende grandi
nella fedeltà del Tuo Amore.
Fa’, o Signore, che la mia preghiera,
oggi, possa essere unita alla tua, quando, in quell’ultima sera con
i tuoi discepoli, hai pregato per loro, per tutti loro, fino alla
fine dei tempi…
“Custodiscili...consacrali...per loro io consacro me stesso…” (Gv.17,19)
P.B -
PORA
Per lo stesso
ideale
FAMILIARI DEL CLERO
di
Luisamaria Casaretto
Noi,
Familiari del Clero, abbiamo avuto la gioia di concludere gli incontri
di quest’anno partecipando alla Messa dei quattro Sacerdoti novelli:
Don Germano, Don Lorenzo, Don Rosario e Don Vincenzo. La Messa è stata
un momento molto bello di preghiera e di comunione, pregando anche
per coloro che non potevano esserci ma che abbiamo sentito vicino
a noi.
Dopo
ci siamo ritrovati dalle Suore Minime di Via Quarnaro per una pizza
insieme ed un momento di festa con i novelli Sacerdoti ed i loro genitori.
Mi
sembra bello anche in questa occasione sottolineare la gioia di appartenere
a questa Associazione che ci aiuta a capire la preziosità della nostra
collaborazione e servizio ai Sacerdoti, che ci fa sentire nel cuore
della Chiesa.
Mi
piace ricordare una frase del Papa che, rivolgendosi ai Familiari
del Clero,ha detto: “ Non ringrazierete mai abbastanza il Signore
di avervi scelto per servire il Sacerdozio. Certamente questa bella
vocazione, vero servizio alla Chiesa, deve essere approfondita nei
momenti riservati alla preghiera quotidiana e anche ai vostri raduni
e ritiri”.
In
queste parole ritroviamo l’identità e lo specifico della nostra Associazione.
Il nostro servizio ai Sacerdoti diventa una vocazione, una chiamata
a servire in loro la Chiesa. Quando Gesù ha chiamato i nostri figli
a seguirLo ha chiamato anche noi a servirLo in loro.
Allora
i nostri incontri, i momenti di preghiera insieme, sono indispensabili
per vivere questa chiamata. I momenti di incontro sono allora necessari
perché dalla formazione, condivisione e preghiera prendiamo l’alimento
per vivere, durante il mese, la nostra vocazione, nei suoi momenti
belli ed anche in quelli di difficoltà e fatica.
Per questo vogliamo che la nostra Associazione cresca e si sviluppi
anche nelle Diocesi liguri in cui non è ancora presente.
Un
grazie alle Suore della P.O.R.A. con cui ci sentiamo in profonda comunione
che fin dagli inizi hanno promosso e sostenuto il nostro Gruppo. Un
grazie di cuore anche a Don Giancarlo Aicardi che con tanta disponibilità
segue il cammino spirituale e guida i nostri incontri mensili. Noi
crediamo che questa comunione sia la fecondità del nostro servizio
nella Chiesa.
ESTATE
A PERLETTO
Incontro di riflessione e preghiera
per Familiari del Clero
1-3 Luglio
Esercizi Spirituali per Sacerdoti
16 – 20 agosto
Predicati da Padre
Gabriele Ferlisi, OAD
GIORNATE DI SPIRITUALITA’
PER DIACONI PERMANENTI DELLA DIOCESI DI
Acqui Terme
23 – 26 Agosto
Corso di aggiornamento
30 Agosto
(pomeriggio) - 3 settembre (mattina)
TRASGRESSIONE E LIBERTA’:
il cammino di maturazione
nei consigli evangelici
Moderatore: P.Giovanni
Personeni, Monfortano
in collaborazione con l’Edi.S.I.
Istituto Edith Stein
PROGRAMMA
LUNEDI’ 30 Agosto
–
pomeriggio
Icone bibliche dalla trasgressione
alla libertà
Mons. Guido Marini
-
docente di Diritto Canonico nella Facoltà Teologica
dell'Italia Settentrionale
– Direttore Ufficio Educazione e Scuola - Genova
MARTEDI’ 31 Agosto
I Consigli evangelici come
cammino di libertà: linee antropologiche
Dott. Giovanni Margarino - Medico Oncologo - Genova