Mese
del Santo Rosario e mese missionario
Il mese di ottobre è il mese del Santo Rosario ed è anche il
mese missionario. L'unione delle due cose è santa e
salutare.
Le Missioni hanno certamente bisogno di preghiera senza fine. E
il Rosario è la preghiera che più di ogni altra si presta ad
essere prolungata e continua per la sua semplicità e per la sua
facilità: con una coroncina in mano si può pregare dappertutto,
in chiesa e in casa, per le strade e al lavoro, di giorno e di
notte, da sano e da ammalato. Così hanno fatto i Santi apostoli
in patria o i Santi missionari nelle terre degli infedeli da
evangelizzare.
Per questo la Chiesa ha unito, nel mese di ottobre, il Rosario e
le Missioni, raccomandando ai cristiani di recitare il Rosario
con l'intenzione particolare di aiutare le Missioni nel loro
sviluppo, e di sostenere i Missionari nelle loro fatiche
apostoliche, nel loro sforzo di evangelizzazione dei popoli che
non conoscono Cristo, ai quali donare Cristo, il Salvatore, per
mezzo di Colei che lo ha generato e donato a tutto l'universo.
Grande è infatti l'aiuto che la preghiera del Rosario dona ai
missionari, i quali spesso si trovano soli e sperduti nelle
terre lontane.
Il santo missionario e martire dell'Oceania, Pietro Luigi Maria
Chanel, fu un esempio mirabile di missionario del Rosario nella
sua Missione tra gli infedeli. Il Rosario era il suo tesoro, il
suo compagno di fatiche apostoliche, il suo conforto e la sua
compagnia nelle solitarie e stancanti marce per le stazioni
missionarie. Con la corona fra le mani egli attraversava le
valli e le colline di Futuna, seminando ad ogni passo le Ave
Maria.
Più ricca ancora fu l'esperienza del Rosario di san Francesco
Saverio, vissuto dal 1507 al 1552. Egli fu il più grande
missionario dell'Oriente, conosciuto dagli infedeli per la
corona del Rosario che portava al collo e per il Crocifisso che
teneva nella mano. La corona del Rosario al collo manifestava
ben chiaro il suo amore alla Madonna e la sua fiducia in Lei; e
l'esperienza gli insegnò che realmente il Rosario era la scuola
di evangelizzazione più facile e sicura.
Nelle Indie, la predicazione del Rosario di san Francesco
Saverio significava la spiegazione del Vangelo alla scuola di
Maria. E se egli riusciva a inculcare nei neofiti l'amore al
Rosario era sicuro che essi non avrebbero più dimenticato né il
Vangelo, né la vita cristiana. Per questo ci teneva moltissimo a
regalare coroncine del Rosario per legare meglio le anime alla
scuola evangelica di Maria Santissima.
Il Rosario ottiene anche miracoli
Anche nella Missione in Giappone san Francesco Saverio seguì lo
stesso metodo di insegnamento del Vangelo attraverso il Rosario;
e la devozione al Rosario, infatti, attecchì bene nei novelli
cristiani giapponesi, e durò, in effetti, nonostante le grandi
persecuzioni che ci furono in seguito, con l'espulsione di tutti
i missionari cattolici dal Giappone. Quando, tre secoli dopo, i
missionari poterono tornare in Giappone, i cristiani rimasti
fedeli mostrarono a loro i Rosari di san Francesco Saverio,
tramandati di padre in figlio: per mezzo di quel Rosario,
infatti, essi conoscevano e credevano al mistero
dell'Incarnazione del Verbo, al mistero della Redenzione
universale operata da Gesù, al mistero della vita eterna.
Per di più, con il Rosario, san Francesco Saverio non solo
faceva catechesi e innamorava i fedeli della Madonna, ma operava
anche guarigioni miracolose, tanto è vero che i fedeli
chiedevano in prestito la sua corona del Rosario per farla
passare da un malato all'altro. A guarigioni avvenute, però,
spesso la corona del Rosario non veniva restituita a san
Francesco Saverio perché diventava reliquia preziosa per tutti.
Anche l'ardente apostola santa Francesca Saverio Cabrini,
missionaria degli emigrati; amava appassionatamente il Rosario e
otteneva grazie senza numero per le necessità delle missioni.
Una volta, a Rosario di Santa Fe', in Argentina, dovette lottare
contro le autorità anticlericali, e la spuntò grazie ai tanti
Rosari recitati, riuscendo a fondare una casa per gli emigrati
con un collegio che volle chiamare Collegio Internazionale del
Rosario, proprio in omaggio alla Madonna del Rosario che l'aveva
aiutata a superare tutti gli ostacoli.
Se vogliamo amare le Missioni - come è dovere di ogni cristiano
- facciamo sì che il mese di ottobre sia il mese del Rosario e
delle Missioni, e preghiamo con il Rosario senza stancarci,
senza limiti, perché i bisogni delle Missioni sono immensi e
urgenti, perché i missionari hanno bisogno del nostro sostegno
spirituale e fraterno.
( da preghiereagesueamaria.it )
DOMENICA 23 OTTOBRE GIORNATA MISSIONARIA
MONDIALE
Messaggio del Santo Padre per la Giornata Missionaria
Riflessioni sul S.
Rosario
Vorrei
richiamare all’importanza e alla bellezza della preghiera del
santo Rosario
Recitando l'Ave
Maria, noi siamo condotti a contemplare i misteri di Gesù, a
riflettere cioè sui momenti centrali della sua vita, perché,
come per Maria e per san Giuseppe, Egli sia il centro dei nostri
pensieri, delle nostre attenzioni e delle nostre azioni. Sarebbe
bello se si recitasse assieme in famiglia, con gli amici, in
Parrocchia, il santo Rosario o qualche preghiera a Gesù e alla
Vergine Maria! La preghiera fatta assieme è un momento prezioso
per rendere ancora più salda la vita familiare, l’amicizia!
Impariamo a pregare di più in famiglia e come famiglia!
Papa Francesco
Il Rosario
è scuola di contemplazione e di silenzio
A prima vista,
potrebbe sembrare una preghiera che accumula parole,
difficilmente quindi conciliabile con il silenzio che viene
giustamente raccomandato per la meditazione e la contemplazione.
In realtà, questa cadenzata ripetizione dell’Ave Maria
non turba il silenzio interiore, anzi, lo richiede e lo
alimenta. Analogamente a quanto avviene per i Salmi quando si
prega la Liturgia delle Ore, il silenzio affiora attraverso le
parole e le frasi, non come un vuoto, ma come una presenza di
senso ultimo che trascende le parole stesse e insieme con esse
parla al cuore. Così, recitando le Ave Maria occorre fare
attenzione a che le nostre voci non “coprano” quella di Dio, il
quale parla sempre attraverso il silenzio, come “il sussurro di
una brezza leggera” (1 Re 19,12). Quanto è importante
allora curare questo silenzio pieno di Dio sia nella recita
personale che in quella comunitaria! Anche quando viene pregato
da grandi assemblee, è necessario che si percepisca il Rosario
come preghiera contemplativa, e questo non può avvenire se manca
un clima di silenzio interiore.
Benedetto XVI