LITURGIA DEL GIORNO

 HOME

Il mese di Ottobre inizia
con la memoria di
Santa Teresa di Gesù Bambino
 
 
Patrona delle Missioni
e con la memoria degli Angeli Custodi
alla cui protezione ci affidiamo insieme a quella della nostra
Mamma del Cielo
Regina del Santo Rosario.

1 Ottobre
S. Teresa di Gesù Bambino



Speciale protettrice della P.O.R.A.

leggi


 

2 Ottobre
Santi Angeli Custodi

Nella storia della salvezza, Dio affida agli Angeli l'incarico di proteggere i patriarchi, i suoi servi e tutto il popolo eletto. Pietro in carcere viene liberato dal suo Angelo. Gesù a difesa dei piccoli dice che i loro Angeli vedono sempre il volto del Padre che sta nei Cieli.

Figure celesti presenti nell'universo religioso e culturale della Bibbia - così come di molte religioni antiche - e quasi sempre rappresentati come esseri alati (in quanto forza mediatrice tra Dio e la Terra)gli angeli trovano l'origine del proprio nome nel vocabolo greco anghelos = messaggero. Non a caso, nel linguaggio biblico, il termine indica una persona inviata per svolgere un incarico, una missione. Ed è proprio con questo significato che la parola ricorre circa 175 volte nel Nuovo Testamento e 300 nell'Antico Testamento, che ne individua anche la funzione di milizia celeste, suddivisa in 9 gerarchie: Cherubini, Serafini, Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù celesti, Principati, Arcangeli, Angeli.

I santi Angeli Custodi,  chiamati in primo luogo a contemplare il volto di Dio nel suo splendore, furono anche inviati agli uomini dal Signore, per accompagnarli e assisterli con la loro invisibile ma premurosa presenza.

 

 

Mese del Santo Rosario e mese missionario

Il mese di ottobre è il mese del Santo Rosario ed è anche il mese missionario. L'unione delle due cose è santa e salutare. Le Missioni hanno certamente bisogno di preghiera senza fine. E il Rosario è la preghiera che più di ogni altra si presta ad essere prolungata e continua per la sua semplicità e per la sua facilità: con una coroncina in mano si può pregare dappertutto, in chiesa e in casa, per le strade e al lavoro, di giorno e di notte, da sano e da ammalato. Così hanno fatto i Santi apostoli in patria o i Santi missionari nelle terre degli infedeli da evangelizzare.
Per questo la Chiesa ha unito, nel mese di ottobre, il Rosario e le Missioni, raccomandando ai cristiani di recitare il Rosario con l'intenzione particolare di aiutare le Missioni nel loro sviluppo, e di sostenere i Missionari nelle loro fatiche apostoliche, nel loro sforzo di evangelizzazione dei popoli che non conoscono Cristo, ai quali donare Cristo, il Salvatore, per mezzo di Colei che lo ha generato e donato a tutto l'universo. Grande è infatti l'aiuto che la preghiera del Rosario dona ai missionari, i quali spesso si trovano soli e sperduti nelle terre lontane.

Il santo missionario e martire dell'Oceania, Pietro Luigi Maria Chanel, fu un esempio mirabile di missionario del Rosario nella sua Missione tra gli infedeli. Il Rosario era il suo tesoro, il suo compagno di fatiche apostoliche, il suo conforto e la sua compagnia nelle solitarie e stancanti marce per le stazioni missionarie. Con la corona fra le mani egli attraversava le valli e le colline di Futuna, seminando ad ogni passo le Ave Maria.
Più ricca ancora fu l'esperienza del Rosario di san Francesco Saverio, vissuto dal 1507 al 1552. Egli fu il più grande missionario dell'Oriente, conosciuto dagli infedeli per la corona del Rosario che portava al collo e per il Crocifisso che teneva nella mano. La corona del Rosario al collo manifestava ben chiaro il suo amore alla Madonna e la sua fiducia in Lei; e l'esperienza gli insegnò che realmente il Rosario era la scuola di evangelizzazione più facile e sicura.
Nelle Indie, la predicazione del Rosario di san Francesco Saverio significava la spiegazione del Vangelo alla scuola di Maria. E se egli riusciva a inculcare nei neofiti l'amore al Rosario era sicuro che essi non avrebbero più dimenticato né il Vangelo, né la vita cristiana. Per questo ci teneva moltissimo a regalare coroncine del Rosario per legare meglio le anime alla scuola evangelica di Maria Santissima.
Il Rosario ottiene anche miracoli
Anche nella Missione in Giappone san Francesco Saverio seguì lo stesso metodo di insegnamento del Vangelo attraverso il Rosario; e la devozione al Rosario, infatti, attecchì bene nei novelli cristiani giapponesi, e durò, in effetti, nonostante le grandi persecuzioni che ci furono in seguito, con l'espulsione di tutti i missionari cattolici dal Giappone. Quando, tre secoli dopo, i missionari poterono tornare in Giappone, i cristiani rimasti fedeli mostrarono a loro i Rosari di san Francesco Saverio, tramandati di padre in figlio: per mezzo di quel Rosario, infatti, essi conoscevano e credevano al mistero dell'Incarnazione del Verbo, al mistero della Redenzione universale operata da Gesù, al mistero della vita eterna.
Per di più, con il Rosario, san Francesco Saverio non solo faceva catechesi e innamorava i fedeli della Madonna, ma operava anche guarigioni miracolose, tanto è vero che i fedeli chiedevano in prestito la sua corona del Rosario per farla passare da un malato all'altro. A guarigioni avvenute, però, spesso la corona del Rosario non veniva restituita a san Francesco Saverio perché diventava reliquia preziosa per tutti.
Anche l'ardente apostola santa Francesca Saverio Cabrini, missionaria degli emigrati; amava appassionatamente il Rosario e otteneva grazie senza numero per le necessità delle missioni. Una volta, a Rosario di Santa Fe', in Argentina, dovette lottare contro le autorità anticlericali, e la spuntò grazie ai tanti Rosari recitati, riuscendo a fondare una casa per gli emigrati con un collegio che volle chiamare Collegio Internazionale del Rosario, proprio in omaggio alla Madonna del Rosario che l'aveva aiutata a superare tutti gli ostacoli.
Se vogliamo amare le Missioni - come è dovere di ogni cristiano - facciamo sì che il mese di ottobre sia il mese del Rosario e delle Missioni, e preghiamo con il Rosario senza stancarci, senza limiti, perché i bisogni delle Missioni sono immensi e urgenti, perché i missionari hanno bisogno del nostro sostegno spirituale e fraterno.
( da preghiereagesueamaria.it )

DOMENICA 23 OTTOBRE GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
Messaggio del Santo Padre per la Giornata Missionaria

Riflessioni sul S. Rosario

Vorrei richiamare all’importanza e alla bellezza della preghiera del santo Rosario

Recitando l'Ave Maria, noi siamo condotti a contemplare i misteri di Gesù, a riflettere cioè sui momenti centrali della sua vita, perché, come per Maria e per san Giuseppe, Egli sia il centro dei nostri pensieri, delle nostre attenzioni e delle nostre azioni. Sarebbe bello se si recitasse assieme in famiglia, con gli amici, in Parrocchia, il santo Rosario o qualche preghiera a Gesù e alla Vergine Maria! La preghiera fatta assieme è un momento prezioso per rendere ancora più salda la vita familiare, l’amicizia! Impariamo a pregare di più in famiglia e come famiglia!
                                                        
 Papa Francesco

Il Rosario è scuola di contemplazione e di silenzio          

A prima vista, potrebbe sembrare una preghiera che accumula parole, difficilmente quindi conciliabile con il silenzio che viene giustamente raccomandato per la meditazione e la contemplazione. In realtà, questa cadenzata ripetizione dell’Ave Maria non turba il silenzio interiore, anzi, lo richiede e lo alimenta. Analogamente a quanto avviene per i Salmi quando si prega la Liturgia delle Ore, il silenzio affiora attraverso le parole e le frasi, non come un vuoto, ma come una presenza di senso ultimo che trascende le parole stesse e insieme con esse parla al cuore. Così, recitando le Ave Maria occorre fare attenzione a che le nostre voci non “coprano” quella di Dio, il quale parla sempre attraverso il silenzio, come “il sussurro di una brezza leggera” (1 Re 19,12). Quanto è importante allora curare questo silenzio pieno di Dio sia nella recita personale che in quella comunitaria! Anche quando viene pregato da grandi assemblee, è necessario che si percepisca il Rosario come preghiera contemplativa, e questo non può avvenire se manca un clima di silenzio interiore.

Benedetto XVI